Cloud, Mobile, Big Data, IoT. Le fondamenta attorno alle quali si orientano gli investimenti dedicati all’innovazione sono diventate parte integrante dell’evoluzione dei sistemi informativi. Le tecnologie sono ampiamente diffuse e hanno superato la fase di incubazione. La capacità delle aziende nel metabolizzare queste componenti, rendendole parte integrante dell’ecosistema informativo dipende però dall’esistenza di un progetto globale, che non sia soltanto tattico, ma di sistema. Serve progettualità, sia da parte della domanda, sia da parte dell’offerta. Serve capacità di traslare la tecnologia a valore di business. Frase, quest’ultima, che per non diventare l’ennesimo luogo comune, deve trovare interlocutori in grado di realizzarla.
Le tecnologie, per quanto potenti, non determinano di per sé un vantaggio. Lo diventano nel momento in cui sono parte funzionale di un disegno complessivo.
Significa poter intraprendere un percorso di ottimizzazione dell’infrastruttura esistente rendendola più resiliente, ovvero con capacità di adattarsi agli eventi e ai cambiamenti che inevitabilmente si susseguono nel corso del tempo. Significa disporre di risorse IT con un grado elevato di flessibilità; poter attivare o disattivare, in modalità teoricamente on-off, risorse on premise e off premise. In definitiva, significa rendere la tecnologia una variabile indipendente dal business cercando di preservare il cuore delle attività. Il mondo IT diventa così un mondo ibrido, capace di coniugare elementi pubblici e privati, andando a modificare il sourcing tecnologico, non più univocamente indirizzato dal vendor tradizionale, ma da una pluralità di soggetti con competenze e modalità di erogazione dell’IT in logica as a service.