Il mercato IT vive abbastanza slegato dagli alti e bassi dell’economia globale. Anche la crisi del 2008 non ha avuto grandi impatti sul comparto tecnologico, se non per una selezione naturale delle piccole imprese e una breve frenata nella crescita di quelle più grandi. Dobbiamo andare più indietro, al 2001, per trovare una crisi legata al mondo IT. Ma anche la mitologica Dotcom Bubble non era esattamente un problema sistemico.
Era una bolla, e come tutte le bolle ad un certo punto è esplosa. Dopo vent’anni di “pax finanziaria” molti si sono convinti che il mercato tecnologico sia intrinsecamente solido. Certo evolve, e cambiano le opzioni su cui puntare. Le tecnologie ieri popolari diventano prima normali e poi legacy. Quelle appena uscite dai laboratori le sostituiscono, scatenando entusiasmi. Anche in Borsa. È la finanza: basta per prima cosa non farsi prendere la mano, poi ricordare che la finanza è comunque collegata al resto del mondo. Certo oggi è difficile non pensare che ci sia forse troppa finanza in gioco quando si tratta di innovazione.
Per molte, troppe aziende IT la priorità diventa - per citare una frase da call con gli analisti - portare valore agli stakeholder. Che di norma (esistono lodevoli eccezioni) guardano a quanto si vende l’innovazione, non a come si sviluppa al meglio