Sarà poco carino sottolinearlo, ma è sempre una questione di soldi: se non ne hai abbastanza, non c’è innovazione che tenga. È un po’ la lezione - non nuova, ma fa bene ricordarla - che ci lascia la vicenda Silicon Valley Bank. La banca simbolo delle startup è collassata in poche ore, e la mitica Valley si è di colpo ricordata che i fondamentali dell’economia e della finanza contano ancora. Un segnale da cogliere anche qui. Una cosa poco trendy come la macroeconomia (l’aumento del costo del denaro, per essere precisi) ha messo alle strette SVB, spaventato
i venture capital e scatenato una fuga dalla banca. Le Authority statunitensi ci hanno messo una pezza, per scongiurare il pericolo di insolvenze, fallimenti e licenziamenti a catena. Ma i mal di pancia restano.
I dati pubblicati da SVB stessa tracciano uno scenario che dovrebbe preoccupare anche i fan più scatenati della Valley come serbatoio di
innovazione. Le startup clienti di SVB - un campione molto rappresentativo del segmento - spendono denaro a un tasso doppio rispetto al pre-2021, un tasso insostenibile ora che il costo del denaro sale e che quotarsi non premia più. In questo senso, CB Insights ha considerato le 50 IPO più importanti dal 2020 a oggi negli USA, stimando che mediamente le aziende coinvolte hanno perso il 59% del loro valore.
Risultato: le aziende innovative della Valley cercano di crescere facendo debito e fidando sul flusso di denaro dei venture capital....