L’Intelligenza Artificiale è pronta per conquistare il mondo? Chissà. Di certo è un nuovo campo di confronto geopolitico, ora che il collegamento tra tecnologie, economia, finanza e appunto geopolitica è sempre più stretto.
La prima pietra l’ha tirata l’uscente Amministrazione Biden con quella Interim Final Rule on Artificial Intelligence Diffusion che mette diversi paletti alla “libera circolazione” mondiale delle tecnologie AI sviluppate negli USA. In sostanza, per garantire la sicurezza nazionale e la forza economica degli Stati Uniti è essenziale che le tecnologie Made in USA non vengano delocalizzate e che “l’AI del mondo si basi su binari americani”.
Ossia? Ecco quandi limiti alla commercializzazione e all’implementazione della potenza computazionale collegata all’AI - quindi alla vendita di chip, GPU e acceleratori per l’AI - come anche alla distribuzione dei modelli chiusi di AI, per evitare la diffusione all’estero di quelli più efficaci.
Le organizzazioni delle nazioni più “amiche” non avranno serissimi problemi nell’acquisto delle tecnologie USA di AI - ma qualcuna comunque sì - mentre mercati meno “apprezzati” da Washington saranno sensibilmente off-limits. L’Amministrazione Biden è stata anche molto attenta ad evitare una proliferazione all’estero di infrastrutture di AI - banalmente, data center - americane o basate su tecnologie USA.
I grandi hyperscaler statunitensi non potranno ad esempio implementare più del 7% della loro capacità di calcolo per l’AI in nazioni estere affidabili. In modo, tra l’altro, che l’AI “di frontiera” resti comunque negli USA.