L'allarme occupazione suona più forte al Sud: su 70 province nelle quali il calo dell'occupazione dipendente andrà al di sotto della media nazionale (-1,1%), 35 sono del Meridione, partendo da Enna, Ragusa e Siracusa (che superano o si aggirano intorno al -3%) e concludendo con Avellino (-1,3%). Unica eccezione è Napoli, dove la riduzione dell'occupazione dipendente non dovrebbe scendere oltre il -0,8%. In concreto, ciò significa che circa un terzo dei 130mila posti di lavoro che andranno persi quest'anno si concentrerà proprio nelle regioni del Mezzogiorno. Questa la fotografia scattata dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, l'indagine che raccoglie le previsioni di assunzione delle imprese dell'industria e dei servizi. "Il quadro delineato dalla nostra indagine – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – delinea una situazione di ulteriore difficoltà del Paese e soprattutto delle più deboli economie meridionali. Occorre una iniezione di fiducia alle nostre imprese che, in questo contesto così turbolento, non possono che dimostrarsi caute nell'assumere impegni contrattuali nuovi".
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