Alle imprese milanesi l’illegalità costa 3,5 miliardi di euro all’anno. Falso in bilancio, reati societari, contraffazione e concorrenza sleale sono il problema più sentito dal mondo delle imprese: circa una su tre (29,9%) ne subisce le conseguenze. Ma quasi un’impresa su cinque (18,4%) risente di più della corruzione e la truffa nei confronti della pubblica amministrazione. La mancanza di sicurezza sul lavoro e infortunistica è invece scelta da un’impresa su venti (5,1%). Il danno maggiore che ne consegue riguarda soprattutto l’abbassamento del margine di guadagno per il 20,1%, ma significa anche meno investimenti per oltre un’azienda su sette (15%). Forti conseguenze per un’impresa su dieci: il 6,1% sarà costretto a fare tagli sul personale e il 9,9% teme addirittura di dover chiudere. E le imprese virtuose, che rispondono a requisiti di sicurezza e legalità, dovrebbero essere premiate con un “bollino blu”: oltre il 60% è favorevole a questa proposta (il 35,7% lo è molto e il 25,5% abbastanza), solo un 9,2% si mostra tiepido e un 5,1% non ne vede l’utilità. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su oltre 400 imprenditori a settembre 2010. “L’illegalità, in tutte le sue forme, è un grave danno per il sistema imprenditoriale – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano -. In particolare, la mancanza di trasparenza rappresenta per l’economia un costo significativo. Contrastarla con misure idonee ma soprattutto premiare le tante imprese virtuose che operano garantendo sicurezza e legalità significa anche sostenere la nostra competitività sia in Italia che all’estero”.
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