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CGIA Mestre: Capannoni, Imu più cara dell’Ici fino al 154%

I più tartassati saranno gli imprenditori che esercitano l’attività nei comuni di Milano, Lucca e Lecce.

Tecnologie
L’Imu sui capannoni costerà agli imprenditori fino al 154,4% in più rispetto a quanto pagavano con l’Ici. Una vera e propria stangata che emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio studi  della CGIA di Mestre.
I più tartassati saranno gli imprenditori che esercitano l’attività nel Comune di Milano: il maggior prelievo imposto nel capoluogo lombardo è del 154,4% (pari ad un aumento medio di  2.331 euro). Male anche per quelli che fanno impresa nel Comune di Lucca e di Lecce: in entrambi i casi l’incremento è del  131,3%. Rispetto al 2011, gli imprenditori lucchesi pagheranno 1.158 euro in più, quelli salentini subiranno un aggravio di ben 2.501 euro.
Su 98 Comuni capoluogo di provincia monitorati dalla CGIA, solo l’Amministrazione di Asti ha diminuito di un punto l’aliquota ordinaria (prevista per legge al 7,6‰), 13 Comuni hanno mantenuto quella base del 7,6‰, mentre gli altri 84 (pari all’85,7% del totale) l’hanno aumentata. Tra questi ultimi, ben 33 (pari al 33,6% del totale dei Comuni analizzati) ha portato l’aliquota Imu sui capannoni al valore massimo consentito dalla legge: 10,6‰.
“In una fase economica in cui i consumi sono in forte contrazione, il credito continua ad essere erogato con il contagocce e le tasse continuano ad aumentare – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA –  auspico che il Governo, visto che la legge gli dà la possibilità di farlo  entro il 10 dicembre, riveda al ribasso le aliquote dell’Imu per le attività produttive, altrimenti corriamo il  pericolo che molte piccole aziende chiudano i battenti e finiscano a lavorare in nero. Non dimentichiamo – conclude Bortolussi – che nella stragrande maggioranza dei casi gli imprenditori pagheranno l’imposta municipale due volte. Una come proprietari di prima casa e l’altra come proprietari di immobili ad uso commerciale o produttivo. Visti gli aumenti introdotti quest’anno, ho il timore che  molti piccoli artigiani e piccoli industriali si troveranno in grosse difficoltà a versare il saldo previsto entro il prossimo 17 dicembre.”
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