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NetApp, Bruna Bottesi indica le linee guida della filiale italiana

Incrementare il market share nell'hardware ma anche nel software attraverso innovazione, alleanze/canale e sviluppo delle persone. Sono gli obiettivi su cui intende focalizzarsi Bruna Bottesi, da pochi mesi country manager della filiale italiana.

Tecnologie
A pochi mesi dalla nomina di Country Manager di NetApp, Bruna Bottesi, dopo un passato più che decennale in HP, svela come intende procedere in NetApp. “NetApp è un’azienda relativamente piccola rispetto ai colossi IT, dinamica e flessibile in costante crescita lungo un percorso di innovazione”. netapp-le-tre-sfide-di-bruna-bottesi-nella-veste-d-1.jpgPrima di raccontare la strategia aziendale e gli obiettivi che si è data per la filiale, snocciola qualche numero societario: 6.2 miliardi di dollari di fatturato nel 2012 (concluso a fine aprile), in crescita del 22% a livello mondiale e del 26% in Italia, 12 mila persone in organico e  150 uffici nel mondo. E’ un’azienda tecnologica che cresce in modo organico (salvo qualche rara eccezione di acquisizione) e che fa della ricerca&sviluppo e dell’innovazione tecnologica i capisaldi su cui poggia. L’ultima innovazione, destinata a segnare un punto di svolta secondo Bottesi è proprio quella dell’Agile Data Infrastructure - Adi, che al pari di altri concetti lanciati nel passato da NetApp quali la 'Storage Efficiency' e la 'Unify Storage Infrastructure', diverrà uno standard del mercato nei i prossimi anni.
"Abbiamo un piano triennale consistente in termini di crescita di revenue ma anche organizzativa"; è sulle sfide che si è data che incalza Bruna Bottesi. “In Italia ho l’obiettivo di incrementare la quota di market share nell’ambito hardware ma anche nel software - siamo già i numeri 1 nei sistemi operativi  storage con DataOntap. NetApp è nota per la componente hardware ma la parte software è altrettanto importante nel portafoglio di offerta, con un peso di circa il 50%.”
Sono tre le aree su cui vuole fare leva Bottesi per raggiungere gli obiettivi che si è data.
In primis, l’innovazione:Il percepito di NetApp in Italia in ambito enterprise non le fa giustizia rispetto a come viene riconosciuta in altri Paesi. Per questo dobbiamo riuscire a presentare NetApp come azienda in grado di gestire le informazioni a tutto tondo in ambito enterprise”. Una prima mossa riguarda il rafforzamento e lo sviluppo della filiale di Roma per dare copertura maggiore anche in quell’area geografica.
La seconda focalizzazione guarda al canale distributivo e alle alleanze. “Il canale è la nostra strategia di go-to-market, non prescindiamo dai partner con cui non andiamo mai in conflitto. Intendiamo potenziare ulteriormente i partner per avere un numero maggiore di partner, aumentare la copertura territoriale e l’offerta di servizi. Svilupperemo differenti livelli di partnership; ai partner chiediamo competenze e investimenti elevati”. Il contributo del canale Oem a livello mondiale è oggi dell’82%.
Tra le iniziative in corso ve ne sono due di particolare rilievo: il programma di Service Provider avviato un anno fa, che oggi prevede un team Emea focalizzato su questa tipologia di partner e una persona interna nella filiale italiana che agisce localmente e si coordina con il team europeo. NettApp ha stretto alcune relazioni importanti con telco service provider e service provider per lavorare in ambito di cloud pubblico.“Non sono programmi di tipo marketing, sono veri contratti, che intendiamo sviluppare ulteriormente”. Da segnalare quelli con Aruba e CloudItalia che offrono servizi di cloud pubblico di Infrastructure as a service basati su architettura NetApp.
L’altra iniziativa riguarda l’affermarsi del fenomeno dei Big Data. In quest’ambito NetApp mette a disposizione la piattaforma E-Series, in grado di soddisfare le esigenze specifiche di gestione di grandi moli di dati per settori quali, per esempio, quello sanitario e l’High Performance Computing.
Ultima sfida, ma non meno importante, l'attenzione alle persone.
Nel 2012 NetApp è stata classificata dal Great Place to Work Institute al 3° posto nell'elenco dei migliori luoghi al mondo in cui lavorare. L'azienda rientra in un ristretto gruppo di 25 multinazionali riconosciute dai propri dipendenti per l'unicità della cultura di lavoro e l'impegno a garantire l'eccellenza per il personale.Vorrei che nel 2013 tutto ciò possa accadere anche in Italia: l’idea è quella creare un ambiente dove le persone lavorano serenamente e in modo collaborativo, motivate a essere parte dell’azienda”.
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