Gli indici macroeconomici sono positivi. Passo dopo passo stiamo recuperando il gap accumulato in 10 anni. L'ondata di tecnologie associata all'IoT, al big data e agli analytics può aiutare le imprese a ritrovare una rinnovata competitività
Evviva, stiamo uscendo dalla recessione più lunga che l’Italia abbia mai vissuto dal dopoguerra a oggi. Secondo gli studi di Confindustria nel 2017 i
l Pil crescerà dell’1,5% e dell’1,3% nel 2018. Passo dopo passo stiamo recuperando il gap accumulato in 10 anni.
La nostra economia resta però una delle più lente, con una crescita inferiore agli altri Paesi tanto è vero che nella zona euro l’Ocse segnala una crescita del 2,1% nel 2017 e dell'1,9% nel prossimo anno. Peggio di noi solo Grecia e Portogallo mentre Germania, Francia e da ultimo Spagna hanno allungato il passo e ci distanziano ampiamente. (vedi grafico)
Come vi sentite? Ottimisti, abbiamo toccato il fondo e non possiamo solo che ripartire, o ancora tendenzialmente pessimisti? Per me vale sempre la massima, “pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà”. La situazione rimane difficile e occorre mettere in moto tutte le riserve di volontà per
superare gli ostacoli che hanno limitato e limitano la ripresa. Pensiamo positivo.
Sul fronte dell’innovazione, e degli investimenti in tecnologia in particolare, stiamo beneficando degli
effetti macroeconomici. La crescita è ripartita e molte aspettative sono riposte nella trasformazione digitale del settore manifatturiero. “Finita la grande crisi d’ora in poi si farà sul serio con la quarta rivoluzione industriale”, afferma il Ministro dell’industria Carlo Calenda che ribadisce l’importanza strategica del
Piano Industria 4.0, le cui agevolazioni saranno reiterate anche per il 2018.
La nuova ondata di tecnologie associata all'IoT, al big data e agli analytics, sottendono infatti la capacità di formulare soluzioni di automazione più intelligenti, potenzialmente in grado di elevare l'attuale livello di produttività, obiettivo non più raggiungibile attraverso processi di ottimizzazione tradizionali.
E’ vero, l'aumento di produttività dipende da un insieme di variabili che possono essere anche parzialmente disgiunte dall'utilizzo efficiente della tecnologia (per esempio riducendo il costo del lavoro). Tuttavia la prospettiva di un aumento di produttività - tanto nelle economie avanzate quanto, progressivamente, anche in quelle emergenti - sarà sempre più associata all'innovazione tecnologica, a cambiamenti organizzativi e di processo e, non ultimo, all'introduzione di nuovi modelli di business. Tutti interventi che, insieme, vanno a definire una logica di crescita multi-fattoriale (multi-factor productivity growth o MFP) ovvero un insieme di elementi che permettono di abilitare un ambiente di lavoro smart, più intelligente ed efficiente, basato sulla tecnologia di automazione che per molti è il fondamento della nuova rivoluzione industriale.
Sintetizzando, per qualunque azienda che ambisca a rimanere sul mercato e continuare a essere competitiva, la scelta è ormai obbligata: intraprendere un percorso evolutivo basato su un modello di crescita multi-fattoriale e sull’automazione intelligente.
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