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Hpe- Rackspace, al varo nuovi servizi di cloud privato

"Stiamo scrivendo una nuova pagina nel mercato del private cloud, che potrà ora essere fruito come se fosse un cloud pubblico"

Cloud
La partita del cloud è ancora tutta aperta. Soprattutto per gli sviluppi che potrebbero verificarsi in ambito enterprise in virtù di una propensione sempre più marcata delle aziende nei confronti di uno scenario ibrido che coniuga risorse on e off premise. E' in questa prospettiva che può essere letta la nuova alleanza che vede protagonisti due big del settore come Hpe e Rackspace e che si andrà a concretizzare con la disponibilità, a partire dal 28 novembre, di un'offerta di private cloud i cui ingredienti sono le macchine di Hpe (i server ProLiant Gen10), il software open source OpenStack e, a scelta, una collocazione nella sala macchine interna all'azienda stessa o in un data center esterno che si limita a fare da “ospite” o, ancora, in un data center di Rackspace.

Si tratta di un servizio infrastrutturale (IaaS) di
private cloud, il primo fondato su OpenStack a essere proposto con un modello di pagamento a consumo o, come dicono oltreoceano, “pay as you go”. Un modello che ricorda non casualmente quello di Amazon Web Services. I costi, infatti, possono essere calcolati in base al numero di macchine virtuali utilizzate per ora o alla quantità di dati trasferiti. Come sottolineato in una nota dai due vendor, “con questa soluzione le aziende ottengono i benefici di un cloud pubblico (come il modello di prezzo, l'infrastruttura elastica e la semplificazione dell'It) in un ambiente di cloud privato, situato all'interno dei loro data center, in una struttura di colocation o in un data center gestito da Rackspace”.

Al cliente vengono quindi dedicate risorse di storage, calcolo e di rete “private”, senza la necessità di condividere tali risorse con altre utenze: è questa la sostanziale differenza rispetto alle tradizionali offerte IaaS su piattaforme di nuvola pubbliche, come quelle di Aws, di Microsoft (Azure) o di Google.
Analoga, invece, è la libertà di poter ritoccare al rialzo o al ribasso i requisiti di computing e archiviazione presi in affitto. Facile notare come l'opzione on-premise consenta alle aziende sottoposte a particolari normative di settore di rispettare più facilmente la compliance.

Come sottolineato da
Michelle Bailey, group vice president, general manager e research fellow di Idc, questa offerta “risponde in modo specifico alle esigenze aziendali di avere vantaggi di sicurezza e di prestazioni, cioè i fondamenti di un ambiente di cloud privato”.   

Ai giornalisti di The Register l'executive vice president della divisione private cloud di Rackspace, Scott Crenshaw, ha voluto dire che “il nostro obiettivo non è di entrare in una guerra sui prezzi con Amazon. Questa è una nuova pagina nel mercato del private cloud, che può ora essere fruito come se fosse un cloud pubblico”. Impossibile non notare, tuttavia, come il fattore risparmio sia messo ben in evidenza sulla pagina Web descrittiva dell'offerta, con la promessa di una riduzione dei costi anche del 40% rispetto al public cloud.  
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