La ricerca Webranking indica chi ha la comunicazione più trasparente tra le aziende quotate nazionali: vincono quelle dei settori più sotto i riflettori del grande pubblico
Sta migliorando la trasparenza della
comunicazione digitale delle aziende italiane, sulla spinta delle evoluzioni del mercato anche nazionale. È questo l'elemento di spicco della ricerca
Webranking 2017 che Lundquist e Comprend hanno condotto quest'anno su un campione di 112 grandi aziende quotate in Italia (a livello internazionale sono state valutate oltre 800 società). A muovere questa
evoluzione è una duplice dinamica: da un lato la sempre maggiore presenza di
investitori esteri porta una vera e propria evoluzione culturale nel modo di fare comunicazione, dall'altro molte imprese stanno
riorientando la loro strategia e devono comunicare efficacemente questi cambiamenti.
Complessivamente il risultato di queste evoluzioni è
positivo. Rispetto all'edizione 2016 dello studio è aumentata la quota delle
società "promosse" con un punteggio superiore a 50/100 (il 28 percento del campione contro il 23) ed è calata quella delle bocciate con un voto inferiore a 30/100 (43 percento contro 52). Positivo anche il fatto che la gran parte delle società analizzate nel 2016 abbia visto
aumentare il suo voto nel 2017 (è accaduto per 50 aziende su 70).
Guardando ai vari aspetti della comunivazione istituzionale nel suo complesso, la ricerca Webranking ha indicato una Top 5 che vede nell'ordine
Snam con una valutazione di 94,2 punti seguita da
Eni (92,4),
Gruppo Hera (91,5),
Generali (87,8) e
Terna (85). Da segnalare anche i "best improver", ossia le cinque aziende che hanno incrementato decisamente il loro punteggio da un anno al seguente: Terna (+18,8 punti), Brembo (+17,8), Leonardo (+17,4), A2A (+15,8) e Banca Ifis (+15,4).
La ricerca ha anche analizzato
forme specifiche di comunicazione digitale che sono particolarmente rilevanti per le imprese quotate. In primo piano ovviamente la comunicazione
finanziaria, che deve essere allo stesso tempo completa e semplice da analizzare per gli investitori. In questo settore la Top 5 è costituita nell'ordine da Snam, Eni, Generali, Hera e Terna.
Non è un caso che in cima alle classifiche si vedano spesso gli stessi nomi: i punteggi migliori sono sempre legati ai
comparti più regolamentati e costantemente sotto esame da parte del pubblico. Quindi gli ambiti Oil&Gas e chimica in testa, seguiti dalle assicurazioni.
Prevedibilmente questo effetto si vede anche nella comunicazione non finanziaria, in particolare per la parte della
sostenibilità e della
governance d'impresa. Ci sono nuovi obblighi di legge in questo senso ma le imprese italiane non sembrano averne tratto un grande impulso, limitandosi quasi sempre al
minimo indispensabile. Anche in questi ambiti le Top 5 vedono
nomi già noti. Per la sostenibilità abbiamo nell'ordine Snam ed Eni a pari merito, poi un terzetto sempre a pari merito con Hera, TIM e Terna. Per la governance guida Eni davanti a Gruppo Mondadori, Hera, Snam e un pari merito Generali-CIR.
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