Intel ha confermato una vulnerabilità del Management Engine in molte CPU di generazione recente. Serve un aggiornamento del firmware.
Era già stata segnalata da diversi ricercatori e ora è stata
ufficialmente confermata da
Intel: c'è la possibilità che un hacker ostile attacchi un PC o un server con processore Intel e riesca a fargli eseguire codice
al di fuori del controllo del sistema operativo, portando al blocco del sistema. Questo pericolo deriva da
vulnerabilità scoperte in tre moduli del firmware Intel: il
Management Engine (ME), i Server Platform Services (SPS) e il Trusted Execution Engine (TXE).
Le vulnerabilità possono essere risolte con un
aggiornamento del firmware di sistema, il problema principale è che esse riguardano un gran numero di processori Intel. Più precisamente, coinvolgono le CPU Intel
Core dalla sesta generazione (Skylake) in poi, molti
Xeon (E3-1200 v5 e v6, la linea W e i recenti Scalable Processor) e diversi processori di fascia più bassa (
Atom C3000,
Celeron N e J, Atom e
Pentium di generazione Apollo Lake) che sono impiegati in ultraportatili, minicomputer e altri tipi di dispositivi.
Questo significa che i computer potenzialmente coinvolti
sono milioni, tanto che alcune case produttrici hanno già pubblicato gli elenchi dei modelli colpiti e questi sono davvero corposi (qui ad esempio
la lista di Dell). Intel ha reso disponibile uno strumento per
verificare se il proprio computer è vulnerabile, caso in cui bisogna procedere a un aggiornamento. I principali produttori stanno lavorando per
sviluppare le proprie patch. Attenzione quindi a non mancare gli aggiornamenti consigliati per queste settimane.
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