L'uso dei processori Snapdragon di Qualcomm porta connettività LTE costante con una grande autonomia, il che fa nascere una nuova categoria di dispositivi orientati alla mobility
Buona la seconda? Dopo il sostanziale insuccesso di qualche anno fa, Microsoft concretizza un nuovo
avvicinamento al mondo ARM grazie alla collaborazione con Qualcomm. Il risultato è il debutto di Windows 10 S sul processore Qualcomm Snapdragon 835, integrazione che per le aziende coinvolte (ci sono anche Asus e HP) porta alla nascita di una nuova categoria di dispositivi: gli
Always Connected PC. Si tratta in sostanza di portatili, 2-in-1 e convertibili che esternamente sono del tutto analoghi a prodotti già ampiamente visti. La differenza
sta dentro: l'adozione del processore - ma sarebbe meglio dire SoC - Snapdragon permette di avere elettronica molto più compatta, connettività LTE integrata e consumi molto bassi.
I primi due Always Connected PC che arriveranno sul mercato sono prodotti da Asus e HP: la prima ha presentato il convertibile
NovaGo e la seconda il 2-in-1
Envy x2. L'elemento di spicco per entrambi i modelli - oltre alla connettività LTE - è l'autonomia, che a seconda del modello è di
20-22 ore di utilizzo oppure 29-30 giorni in standby. Questo
secondo Qualcomm e i suoi partner apre la strada a nuovi modi di utilizzare i PC in mobilità. Gli Always Connected PC offrono allo stesso tempo la comodità dei personal computer (display di buone dimensioni, tastiera...) e la praticità degli smartphone sempre connessi.
Molto si gioca ovviamente sul successo del binomio Windows-ARM, che ai tempi di
Windows 8/RT non convinse affatto gli utenti. Certo di acqua ne è passata soto i ponti da allora e sia Windows sia i processori ARM hanno fatto molti passi in avanti. Le prestazioni del SoC Snapdragon 835 dovrebbero essere adeguate al profilo di utilizzo degli Always Connected PC, Qualcomm ha comunque già annunciato la versione successiva
Snapdragon 845 Mobile Platform.
Lato software Microsoft non sembra voler
commettere gli stessi errori che hanno affossato Windows RT. La differenza principale sta nel fatto che al mondo ARM è stata sì portata ancora una volta una versione "limitata" del sistema operativo - stavolta si tratta di
Windows 10 S - ma c'è almeno per ora la possibilità di upgrade a Windows 10 Pro e soprattutto l'integrazione di un
emulatore x86.
La presenza dell'emulatore x86 elimina il problema principale del vecchio Windows RT: poter eseguire solo software ricompilato per ARM, che nella pratica risultò essere pochissimo. I nuovi Always Connected PC possono eseguire sia le applicazioni
ricompilate per le CPU Snapdragon (Microsoft dovrebbe muoversi velocemente in tal senso) sia quelle "normali" scaricabili dal Windows Store, con il solo limite di accettare unicamente
codice x86 a 32 bit. Quello ARM può essere a 32 o 64 bit, anche se ci sono poche applicazioni desktop ARM a 64 bit.
Al momento è difficile stimare quanto l'emulazione x86 impatterà sulla velocità di esecuzione delle applicazioni non nativamente ARM.
Un rallentamento ci sarà e sarà probabilmente sensibile per i software che "pesano" molto sulla CPU, mentre le applicazioni alla Office dovrebbero vivere molto meno questo problema.
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