Ci sono ben 27 trappole fiscali nascoste nella legge di bilancio all’esame del Parlamento che provocano, nel triennio 2018-2020, una stangata da quasi 30 miliardi di euro per i contribuenti italiani. Nuove tasse ed entrate in aumento, che sono il frutto di tutte le misure, alcune poco note, contenute nella manovra finanziaria sui conti pubblici: dalla fatturazione elettronica alla stretta sulle frodi relative agli oli minerali, dai limiti alla compensazione automatica dei versamenti erariali al ridimensionamento del fondo volto alla riduzione del carico fiscale, dallo slittamento dell’entrata in vigore della nuova Iri all’imposta sostitutiva sui redditi derivante da partecipazione delle persone fisiche. In totale 29,6 miliardi di euro in più da versare nelle casse dello Stato così ripartiti: 11,7 miliardi nel 2017, 9,5 miliardi nel 2019 e 8,3 miliardi nel 2020. Questi i dati principali dell’operazione fact checking realizzata dal Centro studi di Unimpresa, secondo la quale, in particolare, il differimento dell’imposta sui redditi (Iri) comporta maggiori entrate per complessivi 6,8 miliardi e la fatturazione elettronica “vale” 4,2 miliardi di gettito in più. “I numeri dicono sempre la verità e smascherano le prese in giro del governo, delle quali siamo ormai stufi” dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci. “Le imprese e le famiglie – continua il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci – avrebbero bisogno di pagare meno tasse e invece ne pagheranno sempre di più, ci sarebbe bisogno di una revisione della spesa pubblica e invece aumenteranno gli sprechi. Servirebbe uno Stato snello che spende solo per le grandi opere e riduce le entrate al minimo indispensabile. Il Def aggiornato ci dice che il governo va nella direzione opposta: tassa e spende inutilmente”.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
ImpresaCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.