Tra i principali vendor di networking, Extreme resta l'unico "pure player" e ora spazia dall'accesso al datacenter grazie alle sue varie acquisizioni
Di "pure player" nel mondo del networking ne sono rimasti pochi, probabilmente perché a un certo punto si è pensato che le reti fossero
davvero solo trasporto "non intelligente" e che fosse meglio rivolgersi ad altri ambiti. Gli sviluppi del
Software-Defined Networking hanno mostrato che non è affatto così, anzi è proprio dando al networking un
ruolo chiave che si possono affrontare evoluzioni tecnologiche e applicative come il proliferare di oggetti connessi in stile IoT o una gestione dinamica
della sicurezza.
Essere vendor "puri" di networking è tornato quindi a essere un
vantaggio, a patto di avere prodotti e competenze trasversali perché le reti troppo eterogenee fanno più fatica a diventare smart.
Extreme Networks la sua trasversalità l'ha raggiunta tramite
acquisizioni mirate: prima Zebra per la parte wireless e per entrare in tre mercati di riferimento (retail, trasporti, logistica) in cui non era presente, poi più di recente le attività di networking
Avaya per la tecnologia Fabric e infine
Brocade con le sue soluzioni di rete per datacenter (switch, router e software di analisi).
Roberto Benedetti, country manager per l'Italia di Extreme Networks"
Le acquisizioni - spiega
Roberto Benedetti, country manager per l'Italia di Extreme Networks -
sono state fatte con una strategia precisa, mirando a prodotti che andassero a completare l'offerta esistente". A questo punto Extreme spazia dalle
reti di campus al core networking comprendendo anche l'edge e la parte datacenter. È considerata dagli analisti il
terzo vendor dopo Cisco e HPE, con la differenza che queste fanno anche molto altro.
Dal punto di vista del mercato il completamento dell'offerta con l'acquisizione di Avaya e Brocade permette interessanti
operazioni di cross-selling, in particolare proponendo l'approccio Fabric ai clienti tradizionali e a quelli Avaya e Brocade le componenti software, wireless e di network management via cloud. Il concetto chiave diventa quello definito di
Automated Campus: una gestione sempre più automatizzata delle operazioni di provisioning e management collegata anche alla parte applicativa e, attraverso il dialogo con prodotti di terze parti, alla sicurezza di rete.
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L'automazione ha diversi plus, non solo quello ovvio di una maggiore
semplicità per lo staff che gestisce la rete. È considerata come il modo migliore per dare la
reattività che serve alle reti attuali, in cui le prestazioni della parte di puro trasporto sono solo un elemento dell'equazione: contano anche e soprattutto le
performance "viste" dal singolo utente nell'accesso alle sue applicazioni. Il SDN in generale e più in particolare per Extreme il concetto di
Fabric Connect, in cui più device di rete realizzano una singola unità virtuale, permettono di
creare dinamicamente "zone" della rete con i parametri di funzionamento ottimali in base al tipo di utenti, dispositivi e servizi che ospitano.
"
Il vantaggio chiave - sottolinea Benedetti -
è avere un unico sistema di gestione per la parte cablata e wireless, per tutto il networking che va dall'edge al datacenter. I concorrenti invece prevedono sempre almeno due piattaforme". Questa omogeneità del software verrà ovviamente estesa anche al mondo Brocade attraverso un'opera di integrazione che è già partita.
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