Secondo i dati di Imperva gli attacchi DDoS aumentano il loro livello di sofisticazione e si fanno sempre più mirati, anche se numericamente sono di meno
Imperva Incapsula ha pubblicato un proprio studio sullo sviluppo e sull'incidenza degli
attacchi DDoS che l'azienda ha rilevato su Internet nel corso del secondo trimestre di quest'anno. Il
Global DDoS Threat Landscape contiene una parte di notizie positive e una, purtroppo più cospicua, di
novità e tendenze negative. Il bicchiere mezzo pieno, da questo punto di vista, è che il numero complessivo degli attacchi è
in flessione trimestre su trimestre e ha raggiunto i 973 alla settimana (la cifra è relativa agli attacchi a livello applicativo). Si tratta comunque di una cifra elevata in assoluto. Anche gli attacchi network layer sono in flessione, seguendo una tendenza evidente già da diversi mesi.
L'altra faccia della medaglia è che gli attacchi possono essere di meno ma
sono più sofisticati e mirati. Lo dimostra ad esempio il fatto che più di tre quarti dei siti colpiti dagli attacchi DDoS
ne ha ricevuto più di uno. Si arriva fino a un gruppo di 45 siti monitorati e particolarmente "caldi", che hanno registrato oltre cinquanta attacchi. La maggiore sofisticazione degli attacchi è provata tra l'altro dalla percentuale elevata (40 percento circa) di quelli
multi-vettore a livello rete.
Nel trimestre monitorato è stato poi identificato un nuovo tipo di attacco battezzato "
pulse wave DDoS". Il nome deriva dal profilo di traffico generato, in cui una stessa botnet lancia una
successione rapida di picchi mirati ciascuno verso un bersaglio diverso. Ogni attacco è alla
massima potenza possibile per la botnet, mentre gli attacchi DDoS tradizionali prevedono una fase di crescita più o meno lenta sino alla fase di picco.
Il problema degli attacchi DDoS
resta prevedibilmente globale, dal punto di vista sia delle nazioni che generano attacchi sia di quelle che li ricevono. Dalla
Cina proviene la grande maggioranza (63 percento) del traffico legato agli attacchi, le altre nazioni ne generano molto meno: in seconda posizione ci sono gli USA al 6,4 percento e in terza la Turchia al 2,1. C'è uno squilibrio simile nella distribuzione degli attacchi ricevuti: gli
USA con il 79,7 percento del traffico, poi Regno Unito e Spagna al 2,1 percento.
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