La Cisco Container Platform è basata su Kubernetes e strettamente integrata con la piattaforma HyperFlex e con il cloud di Google
I
container sono il
futuro dei servizi applicativi in logica multicloud ma per le aziende risultano spesso difficili da gestire. Partendo da questo punto di vista Cisco ha sviluppato la
Cisco Container Platform, una piattaforma per l'orchestrazione e la gestione dei container che è pensata in primo luogo per chi già utilizza i suoi sistemi convergenti
HyperFlex.
La Cisco Container Platform nasce grazie alla
collaborazione con Google che Cisco ha attivato tempo fa ed è basata su
Kubernetes, la soluzione di container management nata proprio a Mountain View e che sta diventando quella preferenziale in molti ambiti. Nonostante la presenza di
alternative valide come Mesos o Docker Swarm, Kubernetes appare ora come la
soluzione di riferimento.Di sicuro lo è per Cisco, che ha sostanzialmente "impacchettato" Kubernetes dotandolo di una interfaccia di semplice utilizzo e mettendolo in grado di
dialogare direttamente con altri componenti software in una generica architettura di IT management. L'obiettivo è fare in modo che la Container Platform gestisca i cluster di container per tutto ciò che riguarda configurazione di setup, orchestrazione, autenticazione, monitoraggio, networking, load balancing e ottimizzazione dell'ambiente virtualizzato.
Fin qui
non c'è molto di più rispetto a quanto un'azienda con le giuste competenze potrebbe realizzare da sola con Kubernetes e con
una o più piattaforme PaaS. Il
punto forte della Cisco Container Platform sta nell'
integrazione con il mondo Cisco e quello Google.
Lato Cisco c'è l'integrazione con la piattaforma Cisco HyperFlex. La Container Platform prevede in prospettiva (entro l'estate) implementazioni generiche in ambienti virtualizzati e bare-metal, indifferentemente on-premise e cloud, ma sarà disponibile
prima di tutto sui sistemi HyperFlex e ottimizzata per essi. In questo modo - tra l'altro - i container possono basarsi sui volumi di
storage persistenti offerti da HyperFlex, oltre che in generale operare in un ambiente convergente.
L'integrazione si estende anche alla
Application Centric Infrastructure e a
Contiv, in modo da gestire i container secondo policy di rete specifiche, definite anch'esse in Kubernetes. Apertura e integrazione anche verso altri componenti standard per le funzioni di security, logging e analytics. Inoltre Cisco mette in campo la sua
offerta di servizi, con novità mirate per la parte di supporto della Container Platform.
Lato cloud fa la differenza una integrazione
con il mondo Google, specialmente per le imprese che già ragionano in
logica multicloud. Cisco e Big G hanno lavorato perché un ambiente on-premise basato sulla nuova Container Platform possa
interfacciarsi direttamente con servizi di cloud pubblico, realizzando così configurazioni di cloud ibrido in cui i workload possano spostarsi liberamente da e verso la nuvola.
La Cisco Container Platform "espone" API di interfacciamento con la Google Cloud Platform e Google Kubernetes Engine, il che permette di definire
policy di orchestrazione dei container che ne prevedano la transizione da e verso il cloud. Inoltre questo dialogo fa sì che i workload "containerizzati" in un cloud privato
comsumino servizi cloud esterni attraverso la Google Cloud Platform (e viceversa).
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