La trasformazione digitale richiede all'IT una estrema flessibilità che si può ottenere solo con il modello software-defined, da applicare per computing, storage e reti
L'
elasticità dell'IT che viene richiesta dalla trasformazione digitale si può ottenere solo con un nuovo approccio architetturale che punti sul
modello software-defined. Tanto che già a breve termine - nel 2019 - le aziende che stanno affrontando la loro Digital Transformation imposteranno su tale modello
oltre la metà della loro infrastruttura IT centrale e periferica.
Questa è l'opinione di
IDC, secondo cui la progressiva migrazione verso architetture convergenti (o iperconvergenti) e verso ambienti di cloud ibrido - in particolare e a maggior ragione
multicloud - richiede contestualmente l'adozione di funzioni software-defined per
tutti gli elementi principali dell'IT: computing, storage, networking.
IDC prevede tra l'altro che il modello software-defined diventerà lo standard de facto per le infrastrutture IT e per il disegno, rilascio e consumo dei dati. Già nel corso del 2018 il
75 percento dei nuovi acquisti in ambito datacenter sarà proprio influenzato dalle tecnologie software-defined.
Cresceranno di conseguenza tutti i comparti che in qualche modo possono essere interessati dall'evoluzione software-defined. Secondo IDC nel 2018 il mercato mondiale del software-defined computing assommerà a 4,7 miliardi di dollari e quello del software-defined storage a 11,8. In campo reti le soluzioni di
software-defined networking per i datacenter muoveranno 8,7 miliardi di dollari, mentre quelle in ambito WAN ne muoveranno 2,3.
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