AI, machine learning e automazione portano vantaggi economici ai provider delle TLC, che però devono aiutare i dipendenti a sfruttare le nuove tecnologie
Uno dei temi portanti del
Mobile World Congress 2018 è certamente l'applicazione delle tecnologie di
intelligenza artificiale e machine learning alla gestione delle reti e dei servizi di telecomunicazione. È un tema che si declina a diversi livelli, spaziando dall'automazione "nascosta"
delle funzioni di rete sino a compiti più astratti come agevolare i compiti quotidiani di chi lavora nelle TLC.
In questo senso una ricerca di
Accenture (
Reworking the Revolution: Are you ready to compete as intelligent technology meets human ingenuity to create the future workforce?) ha confermato come i fornitori di servizi di telecomunicazione debbano
investire proprio nella formazione dei loro dipendenti per metterli in grado di lavorare insieme alle tecnologie "smart"
È la
sinergia della augmented intelligence auspicata da molte delle aziende impegnate nel settore del machine learning e dell'automazione. Una sinergia che secondo Accenture
porta vantaggi anche a breve termine: con adeguati investimenti in questo campo i fornitori di servizi di comunicazione (CSP) potrebbero già nel giro di cinque anni registrare in
incremento dei ricavi del 46 percento e un aumento della forza lavoro del 21 percento. Anche Accenture conferma infatti che l'Intelligenza Artificiale ha un impatto
numericamente positivo sull'occupazione.
L'aspetto positivo messo in evidenza dalle cifre dello studio di Accenture, che ha coinvolto anche lavoratori e senior manager italiani, è che
non c'è bisogno di convincere il mercato dei CSP sulla bontà delle tecnologie di AI e automazione. Il 77 percento dei manager coinvolti indica che queste aiuteranno la propria impresa a emergere sul mercato e il 73 percento intende automatizzare mansioni e processi nei prossimi tre anni.
Pollice su
anche dai lavoratori. Il 63 percento dei dipendenti dei CSP coinvolti nello studio ritiene che i sistemi di AI e automazione
aiuteranno sul lavoro, permettendo di risparmiare tempo (77 percento di citazioni) e anche di conciliare meglio lavoro e vita privata (66 percento di citazioni).
Il problema sono le
competenze: collaborare con AI e machine learning
non è automatico e occorre che i dipendenti coinvolti siano adeguatamente formati. I manager lo sanno (solo un quarto del campione ritiene che i dipendenti siano pronti per lavorare con l'IA)
ma sono ancora al palo: solo il 6 percento ha in piano di aumentare significativamente gli investimenti in programmi di riqualificazione.
Il
fattore tempo purtroppo non aiuta, da due punti di vista. Il primo è che, come sempre, la formazione viene ostacolata dal fatto che chi dovrebbe riceverla non ne ha da dedicarle. Il secondo è che le aziende devono
ripensare già oggi la loro struttura in funzione delle competenze necessarie nel prossimo futuro, ma senza formazione e riqualificazione i ruoli che l'azienda dovrà avere al suo interno rischiano di non poter essere svolti.
Secondo Accenture ci sono
tre azioni che i CSP possono intraprendere per migliorare questa parte importante della loro trasformazione digitale. La prima è organizzativa ed è stata sottolineata da molti esperti di lavoro e nuove tecnologie: l'organizzazione aziendale va rivista
pensando ai compiti da svolgere e non ai ruoli tradizionali, suddividendo poi i compiti stessi tra personale umano e sistemi automatici a seconda delle opportunità ma anche puntando al potenziamento delle abilità delle persone.
Le altre due azioni
coinvolgono direttamente i dipendenti. Da un lato questi devono essere
formati in modo da poter lavorare con le macchine intelligenti, dall'altro devono "assorbire" una nuova cultura aziendale che punti sempre verso l'
innovazione come vantaggio competitivo e non semplicemente sulla capacità di lavorare di più.
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