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MWC 2018: per Huawei la rete si fa sempre più smart

Il modello della Intent-Driven Network va oltre quello del networking software-defined, collegando business e infrastruttura

Trasformazione Digitale Cloud
Da diverso tempo il mantra di chi si occupa di network management è che le reti stanno diventando troppo complesse per poter essere gestite con gli strumenti tradizionali. O perlomeno per poterlo fare in maniera adeguata ad abilitare servizi di rete - e quindi di business - dinamici e sempre ottimizzati. Per questo motivo il modello del Software-Defined Networking si è progressivamente affermato, negli ambiti di rete classici come anche in quelli dove molte funzioni di rete sono virtualizzate.

Secondo Huawei questo in prospettiva non basta e al Mobile World Congress il vendor cinese ha illustrato i principi del suo modello Intent-Driven Network. Esso va oltre il SDN creando quello che Kevin Hu, President della Huawei Network Product Line, ha definito come un "digital twin" dell'infrastruttura fisica di rete, il quale di fatto da da ponte tra quest'ultima e le esigenze di business dell'azienda utente (o del provider di servizi di comunicazione).

Al momento la distinzione tra SDN e Intent-Driven Network appare piuttosto sottile e Huawei stessa spiega che l'evoluzione dal primo modello al secondo è un percorso progressivo. Delle reti software-defined viene sottolineata soprattutto la capacità di gestirsi e configurarsi automaticamente, nella visione Intent-Driven questa capacità viene collegata più strettamente agli obiettivi di business e quindi, in definitiva, all'esperienza d'uso vissuta dal cliente finale dei service provider.

huawei idn

Kevin Hu cita l'esempio della gestione dei servizi broadband su rete fissa: qui una Intent-Driven Network è in grado di adattare il suo funzionamento in modo che il cliente a casa o in ufficio abbia sempre una esperienza d'uso ottimale, identificando e risolvendo da sola eventuali problemi prima che siano sperimentati dal cliente e diventino reclami. Questa focalizzazione sui servizi rende il modello della Intent-Driven Network concettualmente più astratto del software-defined networking, anche se poi servono componenti tecnologici concreti per implementarlo.

Secondo Huawei quelli essenziali e caratterizzanti sono cinque: l'auto-analisi predittiva grazie a machine learning e Big Data, per prevenire guasti e in generale ottimizzare le performance; un'architettura semplice, a cui applicare funzioni di automazione lungo tutto il ciclo di vita dei servizi; banda ultralarga per avere connettività massiva e bassa latenza; interfacce (API) aperte per dialogare con le piattaforme cloud; funzioni di  per garantire che la gestione automatizzata non porti mai rischi alla sicurezza delle reti.
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