Bilancio 2017 chiuso con una crescita anno su anno, parte il processo per separare l'infrastruttura di rete fissa. E un piano 2018-2020 che è molto "digital".
Preannunciata
qualche tempo fa, la separazione societaria tra TIM e la gestione della sua
infrastruttura di rete fissa, condivisa anche da altri operatori, sta in effetti andando avanti. Ovviamente con passi che non si possono definire velocissimi. Per ora il Consiglio di Amministrazione di TIM ha dato mandato all’Amministratore Delegato - Amos Genish - di
avviare l’iter formale per la notifica ad Agcom del progetto di separazione volontaria della rete di accesso fissa.
La separazione, di cui in vario modo si parla da anni come elemento importante per
favorire la concorrenza tra operatori, viene definita da TIM come "
una svolta epocale" che porterà "
al modello di separazione della rete più avanzato in Europa".
All'atto pratico il processo di scorporo prevede la creazione di un’entità legale separata ma completamente controllata da TIM. Questa nuova azienda sarà
proprietaria della rete di accesso fissa e della infrastruttura relativa, al momento di TIM. Passerà di mano anche il
personale, sebbene non sia specificato in che numeri. È stato solo indicato che la nuova azienda avrà il "
personale necessario per fornire servizi all’ingrosso in maniera indipendente".
I nuovi dettagli sullo scorporo della rete fissa sono stati dati dopo una riunione del CdA che ha anche ufficializzato i
risultati finanziari del gruppo TIM per il 2017. Che è stato un anno di
relativa crescita nei ricavi (19,8 miliardi di euro, +2,7 percento anno su anno) grazie in particolare ai risultati della business unit Brasile. Crescita allineata per i settori tradizionali Domestic e Core Domestic.
Per il prossimo futuro TIM punta particolarmente sulla
digitalizzazione dei propri processi per aumentare il coinvolgimento dei clienti ed evidenziare, anche grazie ad elementi di analytics, nuove opportunità di crescita. A parte questo aspetto, l'offerta commerciale lato consumer intende fare leva su una maggiore
convergenza fisso/mobile e punta a un aumento dei clienti in fibra grazie a una offerta migliorata di
contenuti (propri e di partner).
Anche
lato business si punta sulla convergenza, in un senso però più ampio che comprende
fisso, mobile e servizi IT. TIM prevede in particolare che entro il 2020 i ricavi ICT e cloud rappresenteranno il 25 percento del totale dei ricavi business. In questa visione giocano un ruolo importante gli
accordi con partner tecnologici per lo sviluppo di applicazioni e servizi in ambito 5G, IoT, Industry 4.0, sicurezza IT, robotica e intelligenza artificiale.
Va notato che il piano delineato da TIM vede coinvolte più esplicitamente del solito sia
Inwit sia Sparkle. La prima dovrebbe sfruttare la maggiore domanda di infrastrutture wireless che deriverà dallo
sviluppo del 5G.
Per
Sparkle sembra invece rafforzarsi il ruolo di managed service provider a livello internazionale, con una crescita della rete (25 nuovi PoP in 11 nazioni da qui al 2020) e l'
erogazione di soluzioni cloud, datacenter,
sicurezza e disaster recovery. Anche per questo TIM intende dedicare una buona fetta (30 percento) degli investimenti di Sparkle alla virtualizzazione e
digitalizzazione della rete.
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