Il nuovo piano industriale prevede la copertura in fibra ottica di settemila Comuni italiani, compresi quelli delle aree senza interesse di mercato
Open Fiber ha definito il suo piano industriale per il periodo 2018-2027: l'elemento chiave è la definizione degli investimenti complessivi (oltre 6,5 miliardi di euro) che porteranno l'operatore wholesale a coprire in fibra ottica, nelle intenzioni, circa
19 milioni di unità immobiliari su tutto il territorio nazionale. Come previsto, l'opera di copertura riguarda le aree cosiddette A e B, quelle cioè in cui gli operatori hanno un interesse di mercato a operare, e quelle definite C e D, in cui questo interesse non c'è.
Più in dettaglio, il piano industriale di Open Fiber prevede di raggiungere
271 città e circa 7 mila Comuni italiani in modalità Fiber-to-the-Home (FTTH). Già nel corso di quest'anno sarà incrementato l'impegno nelle aree A e B, in modo da raggiungere un centinaio di Comuni (in 65 i lavori sono già in corso).
Per i centri delle aree "di mercato" Open Fiber ha tra l'altro già definito accordi
con Wind Tre, Sky e più di recente Vodafone: le tre realtà
utilizzeranno la rete di Open Fiber. Le aree A e B comprendono circa il 60 percento della popolazione italiana, cioè oltre
37,5 milioni di persone.
Il lavoro nelle
aree C e D sarà prevedibilmente più lento, considerando sia la minore appetibilità commerciale sia la poca (o nulla) infrastruttura di rete esistente su cui fare leva. Pur essendo considerate "marginali" e "a fallimento di mercato", però, queste aree
non sono affatto trascurabili da un punto di vista economico e anche sociale. Comprendono infatti il 40 percento della popolazione (oltre 15,5 milioni di persone nell'area C e quasi 9,5 nella D) e un elevato numero di centri (rispettivamente circa 2.650 e 4.300 Comuni).
Va notato che il piano industriale di Open Fiber comprende anche quella che viene definita come "
una delle più rilevanti operazioni di project financing a livello europeo nel settore delle telecomunicazioni". Open Fiber riceverà infatti un finanziamento di ben 3.5 miliardi di euro da BNP Paribas, Société Générale e Unicredit.
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