Da un’indagine di NetApp a livello mondiale, un’azienda su tre ritiene che l’impatto del GDPR possa essere una minaccia per la propria esistenza
Tra poco più di un mese scade il termine ufficiale per adeguarsi al regolamento generale europeo sulla protezione dei dati, l’ormai arcinoto
GDPR. Una ricerca globale di
NetApp ha rilevato che più di mille decision maker aziendali intervistati in Europa e Stati Uniti sono preoccupati. Un terzo degli intervistati afferma infatti che la non conformità con il GDPR mette in pericolo la sopravvivenza della propria attività, mentre due terzi degli intervistati hanno espresso una forte preoccupazione sul raggiungimento della conformità entro la scadenza.
Tra gli altri risultati principali, si evidenzia che
il 35 per cento delle aziende, a livello mondiale, ritiene che il GDPR potrebbe minacciare la loro stessa esistenza, mentre il 51 per cento pensa che potrebbe danneggiare la propria reputazione aziendale. Non solo: due terzi delle aziende, il 67 per cento, teme di non rispettare la scadenza, e solo il 40 per cento degli intervistati si sente sicuro sul dove sono archiviati i propri dati.
Da notare che
le aziende sono ormai ben consapevoli di quale sarà l’impatto per la non conformità al GDPR: oltre un terzo (il 35 per cento) dei responsabili IT a livello globale afferma che le sanzioni finanziarie potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza delle loro imprese, un numero negli Stati Uniti e nel Regno Unito, con il 40 e il 41 per cento rispettivamente, mentre
francesi e tedeschi sono preoccupati in misura minore, con il 34 e il 26 per cento rispettivamente. Gli intervistati hanno condiviso anche le proprie opinioni su potenziali danni alla reputazione: si tratta di una preoccupazione più pressante nel Regno Unito, dove il 56 per cento degli intervistati pensa che l'impatto della non conformità causerà danni alla reputazione della propria azienda, seguito dagli Stati Uniti con il 52 per cento, dalla Francia con il 49 e dalla Germania con il 45.
Il sondaggio, svolto da Opinion Matters e concluso nel marzo 2018, ha interpellato
1.106 dirigenti, CIO, responsabili IT o altri responsabili coinvolti nelle decisioni di acquisto IT di aziende con 100 o più dipendenti.
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