Il foglio elettronico tradizionale è ancora molto diffuso, specie tra le PMI, sta troppo stretto alla pianificazione finanziaria, che richiede strumenti nativamente più articolati
Il buon vecchio foglio elettronico è una sorta di coltellino svizzero multiuso che nelle imprese viene adottato per quasi qualsiasi compito. Anche per quelli in cui oggi non sarebbe proprio la soluzione ideale tra cui in particolare, mette in evidenza
4 Planning, la
pianificazione finanziaria. Il problema ovviamente non sta nel foglio elettronico in sé ma, semplicemente, nel fatto che questo è uno strumento originariamente
pensato per fare altro rispetto ad una attività come la pianificazione finanziaria che è per sua natura collaborativa, richiede l'integrazione con software esterni e punta sulle funzioni di simulazione.
È un po' anche, secondo 4 Planning, questione di cultura. "
Nelle PMI italiane manca una cultura della pianificazione finanziaria - spiega
Marco Turani, Channel Director di 4 Planning -
e anche quando si percepisce il valore di simulazioni sul lungo termine, il problema è che troppo spesso ci si affida al foglio elettronico per svolgere queste operazioni con tutti i rischi che ciò comporta".
Rischi che sono poi le conseguenze di quattro limiti "storici" dell'approccio del foglio di calcolo: è una soluzione di produttività
individuale, che in generale non supporta adeguatamente la collaborazione di più utenti sullo stesso file; ha un
dialogo inefficace con sorgenti esterne di dati come database o software gestionali, con il rischio di operare su dati non aggiornati; non va oltre una certa quantità di
memoria, quindi di dati da elaborare; non ha grandi funzioni di
versioning e di controllo delle revisioni, invece importanti per la parte contabile.
Meglio quindi abbracciare la Digital Transformation anche per la pianificazione finanziaria e puntare su
soluzioni più evolute, che secondo 4 Planning devono mettere in grado l'utilizzatore di definire modelli di pianificazione, accentrare le informazioni (per aumentare il livello di sicurezza e affidabilità dei dati) e strutturare modelli di reporting e
dashboard, avendo sempre sotto controllo il processo di pianificazione per avere chiaro il "perché" delle analisi generate.
Più in dettaglio, definire un modello di pianificazione significa individuare le grandezze e le regole che caratterizzano la pianificazione stessa. Nella pratica, significa definire
quali sono le informazioni utili per una buona pianificazione in modo poi da strutturarle e rielaborarle in report e dashboard. I report devono permettere la "navigazione" dei dati in drill-down/drill-up per capire ad esempio quali movimenti contabili abbiano generato anche un singolo dato. Tutte queste informazioni devono poi essere
esportabili verso sistemi più o meno complessi, dal foglio elettronico (che un suo ruolo lo ha anche in questo scenario) alle piattaforme di
Business Intelligence e analytics.
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