Al Fujitsu World Tour 2018 di scena gli ingredienti per far funzionare davvero la digital transformation: persone, azione, collaborazione e tecnologie
Tappa milanese per il
Fujitsu World Tour a inizio maggio. Il roadshow mondiale dedicato a clienti e partner ha quest’anno una novità: “
abbiamo previsto due eventi per così dire satellite, uno a Padova e uno a Roma, per essere ancora più vicini ai nostri clienti, in quanto il Tour si è sempre caratterizzato per essere un momento importante di ascolto e dialogo sul territorio, e l’interazione diventa più utile quanto più si è vicini”, ha esordito
Bruno Sirletti, Presidente e Amministratore Delegato di Fujitsu Italia, la filiale per il nostro Paese di quella che è una delle
prime cinque aziende IT nel mondo, con oltre 155000 persone a livello globale e un investimento annuale di 2 miliardi di dollari in Ricerca & Sviluppo.
Ancora più digitalizzazione
Entrando nel vivo della giornata milanese, alla presenza di circa 400 persone, Sirletti ha introdotto il tema della digitalizzazione, che “
se all’inizio era appannaggio delle startup, da qualche anno è patrimonio della maggior parte le aziende, che ormai hanno quasi tutte processi digitali. Ma la domanda che bisogna porsi è una: la digitalizzazione sta funzionando oppure si tratta dell’ennesimo hype di marketing?”. Per saperne di più, Fujitsu ha interpellato oltre
1500 aziende in tutto il mondo, compresa l’Italia, rivolgendo alcune domande non alla funzione IT ma direttamente ai C-level, proprio per avere un’idea valida sugli esiti della digital transformation. Tra i dati più interessanti emersi dall’indagine, è risultato che
il 78 per cento delle aziende italiane ha dichiarato che i propri clienti si aspettano maggiore digitalizzazione, anche perché la trasformazione in atto non riguarda più solo le imprese, ma investe l’intera società. E in una società digitale non hanno più molto spazio i prodotti e i servizi standardizzati, ma si chiede sempre più valore personalizzato: per questo, i fornitori di servizi devono offrire innovazione e nuove idee, con un’adeguata User Experience e soluzioni agili e soprattutto tempestive.
Bruno Sirletti
Quattro elementi essenziali
Ma c’è un altro dato da non sottovalutare, tra quelli emersi dalla ricerca condotta per Fujitsu:
il 33 per cento delle aziende italiane ha cancellato progetti digitali nel corso degli ultimi due anni. Perché per far funzionare a dovere la digitalizzazione, ha sottolineato Sirletti, “
bisogna utilizzare gli ingredienti giusti, costituiti da quattro elementi essenziali: le persone, che devono avere gli skill giusti; l’azione, nel senso di ‘actionable’; la collaborazione, soprattutto sotto forma di ‘co-creazione’ assieme ai clienti; e infine le tecnologie, ovvero Cloud, Intelligenza Artificiale, IoT e Security”. Qualche esempio, dai dati emersi dallo studio Fujitsu, aiuta a comprendere la centralità di queste tecnologie:
per il 30 per cento dei CIO, entro il 2020, l’Intelligenza Artificiale sarà una delle prime cinque priorità di investimento. Non solo: oltre la metà delle aziende, per l’esattezza
il 56 per cento, si aspetta di avere entro due anni la maggior parte dell’IT fornito via cloud, che sia pubblico, privato o ibrido, ed è anche per questo che
l’interoperabilità del cloud è l’elemento chiave di oggi. Ecco quindi che l’offerta cloud di Fujitsu, che poggia sulla rete di
data center K5 di casa, vede anche la presenza di un approccio aperto, per realizzare architetture cloud, anche ibride e multi cloud, con provider come
Microsoft Azure o AWS, in una modalità in cui Fujitsu può fornire la capacità progettuale e l’orchestrazione dell’intero sistema.
Centri di eccellenza
Alle nuove esigenze dettate dalla digital transformation, Fujitsu risponde con un modello di business globale che prevede
tecnologie sviluppate direttamente nei laboratori della società, a Tokio ma anche in Europa, per esempio in Germania, Regno Unito e Spagna, e numerosi
centri di eccellenza nelle diverse aree geografiche dedicati a integrare le tecnologie e portare valore alle aziende, in quel processo di “co-creazione” che da tempo è un po’ il trademark di Fujitsu. In una conversazione con ImpresaCity, Bruno Sirletti ha confermato che per il momento non sono previsti Centri di eccellenza in Italia, ma ha fatto notare che
uno dei più importanti per l’area del Manufacturing, quello relativo all’Industrial IoT, si trova nella Germania del Sud, ovvero in
posizione strategica rispetto al primo e al secondo Paese manifatturiero in Europa, che notoriamente sono la Germania e l’Italia.
Yoshikuni Takashige
Puntare sull’Intelligenza Artificiale
Il tema dell’evento, “
Co-creation for success”, è stato declinato in dettaglio da
Yoshikuni Takashige, Vice President of Marketing Strategy and Vision di Fujitsu, che ha esordito sottolineando che “
la metodologia che permette di cambiare i processi aziendali e renderli più digitali è la co-creazione, con una strategia che ha come obiettivo di fondo quello di trasformare i dati in valore di business”. Gli esempi non sono mancati, dalle turbine di
Siemens Gamesa alle soluzioni per
Toyota Motor, sempre nel solco di quella innovazione incentrata sull’uomo, la “human-centric innovation”, che è da tempo al cuore delle attività di Fujitsu. Anche nelle nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale, in cui Fujitsu sta investendo molto, anche perché “
è destinata ad aprire un capitolo nuovo nell’interazione tra uomo e macchine, e anche se attualmente ci troviamo in una fase di assestamento, il bilancio complessivo dell’IA sarà sicuramente positivo”, come ha tenuto a ribadire Takashige in una conversazione con ImpresaCity. Infine, un altro esempio sicuramente affascinante di co-creazione, in questo caso
combinando sensori IoT con l’intelligenza artificiale e i prodotti Fujitsu, è stato illustrato da Gilberto Nobili, Operation manager e membro del team di
Luna Rossa, la sfidante all’America’s Cup del 2021 nelle acque di Auckland in Nuova Zelanda..