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L'embargo USA blocca le attività di ZTE

L'embargo sui prodotti tecnologici statunitensi blocca le operazioni di ZTE, che ora non ha più praticamente spazio di manovra. Quanto la vicenda è un precedente di cui tenere conto?

Mercato e Lavoro
Come era ipotizzabile - e dichiarato esplicitamente da ZTE - il nuovo embargo con cui l'Amministrazione USA ha deciso di punire l'azienda cinese per la sua commercializzazione illegale di tecnologia americana ha avuto effetti dirompenti sulle sue attività produttive e commerciali. Di fatto le ha bloccate, tanto che ZTE ha interrotto le sue operazioni ed è quasi impossibile che le riprenda se il Governo USA non deciderà di cambiare idea sull'embargo. Cosa anche questa quasi impossibile.

La notizia è di rilievo, anche perché coinvolge il secondo produttore cinese di dispositivi di telecomunicazioni dopo Huawei, ma non si può definire una sorpresa. È da tempo che il Governo USA e ZTE portano avanti un contenzioso sulla vendita, da parte dell'azienda cinese, di tecnologia americana verso Iran e Corea del Nord.

ZTE ha ammesso il reato (l'esportazione verso quelle nazioni è vietata per gli USA) e ha pagato una forte multa. Ma poi non ha, secondo le accuse, tenuto fede ad altri impegni presi contestualmente alla "conciliazione" con il Dipartimento del Commercio USA. La mancata osservanza di tali impegni comportava un sostanziale blocco all'acquisto di tecnologia statunitense per sette anni, embargo che ad aprile scorso si è attivato.

Senza componenti tecnologici USA, hardware come i processori di Qualcomm ma anche software come le app Google, per ZTE è impossibile assemblare i suoi prodotti (smartphone e non solo). Potrebbe sostituire alcuni componenti con altri realizzati in Cina, ma questo richiede comunque tempo che ZTE probabilmente non ha. I rapporti commerciali tra USA e Cina sono piuttosto tesi ed è improbabile che ZTE possa contare su un appoggio del suo Governo, il quale peraltro punta all'autosufficienza tecnologica delle aziende cinesi.

grenell tweet
Il caso ZTE, pur nella sua eccezionalità, è un segnale di come l'irrigidimento dell'Amministrazione USA verso i rapporti commerciali con le nazioni "non gradite" abbia conseguenze per le aziende di qualsiasi Paese.

Molto di recente il nuovo ambasciatore americano in Germania, Richard Grenell, ha ad esempio indicato che le imprese tedesche dovrebbero cessare immediatamente le attività in Iran dopo che gli USA sono usciti dall'accordo internazionale sul controllo dello sviluppo nucleare iraniano. Quanto peso avrebbe un embargo di tecnologia USA verso una ipotetica azienda tedesca produttrice ad esempio di impiantistica?
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