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Buoni segnali per l'occupazione, ma con prudenza

Istat e CNA indicano segnali positivi, specie per le PMI, anche se lo scenario del lavoro presenta ancora molti punti deboli

Mercato e Lavoro
Arrivano segnali confrontanti per quanto riguarda l'occupazione, anche se da prendere sempre con una buona dose di prudenza. I più recenti dati Istat indicano infatti che ad aprile 2018 il tasso di occupazione era del 58,4%, praticamente stabile rispetto al mese precedente ma con una stima degli occupati in lieve crescita (+0,3% mese su mese, pari a +64 mila persone). Su base trimestrale, nel periodo febbraio-aprile 2018 si stima una crescita degli occupati dello 0,3% rispetto al periodo precedente (+67 mila).

L'andamento "macro" nasconde ovviamente dinamiche diverse, con numeri di crescita particolarmente positivi per le persone di 35 anni o più (+77 mila mese su mese), gli indipendenti (+60 mila) e le donne (+52 mila). Tra i segnali negativi da sottolineare ci sono la flessione dei permanenti (-37 mila) e l'aumento del tasso di disoccupazione giovanile al 33,1%. Il lavoro, in sostanza, reste sempre caratterizzato da precarietà.

In questo scenario complessivo, l’Osservatorio lavoro della CNA dà cifre interessanti per la dinamica dell'occupazione nelle PMI. Ad aprile CNA indica una crescita mese su mese del 1,1% per il mercato del lavoro nelle PMI, un incremento che è secondo, nell’ultimo anno, solo al +1,9% di gennaio.

corporate
Nella fotografia dell’Osservatorio emergono però, oltre alle luci, anche alcune ombre. La crescita tendenziale di posti di lavoro, pari al +3,1%, segna un -0,4% rispetto a quella di marzo ed è la meno consistente dell’ultimo anno, dicembre scorso escluso. Per la prima volta da gennaio 2017, inoltre, davanti alle assunzioni appare il segno meno, sempre eccetto dicembre, mese che registra una fisiologica caduta dei nuovi contratti. Le assunzioni in un anno sono diminuite dell’1,6% mentre le cessazioni dei rapporti di lavoro sono cresciute del 16,2%.

Due dati preoccupanti, anche se il consuntivo globale rimane positivo perché le assunzioni hanno coinvolto il 3,3% degli occupati e le cessazioni, viceversa, il 2,2% della platea di riferimento. E in prospettiva? Il dato "macro" promettente è che nel primo trimestre del 2018 il PIL è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% nei confronti del primo trimestre del 2017. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,8%.

Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali registrano un aumento dello 0,3%, mentre gli investimenti segnano una diminuzione dell’1,4%. Dal lato degli scambi con l’estero, le esportazioni sono diminuite del 2,1% e le importazioni dello 0,9%.
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