Uno studio di IDC avverte che la complessità di gestione può arrivare a costare fino al 25 per cento dei budget impiegati in licenze software
Software, ma quanto mi costi? Insieme ai dati, le applicazioni software sono tra gli asset più importanti per le aziende moderne, indispensabili per favorire la crescita, cogliere gli obiettivi di business, migliorare la collaborazione tra gli utenti e incrementare la produttività generale. Ma quello che talvolta non è di immediata comprensione è che
la complessità legata alla gestione del software può arrivare a costare alle aziende fino al 25 per cento del loro budget in licenze software, come spiega un recente studio di
IDC.
Del resto, non è un mistero che negli ultimi anni il perimetro delle infrastrutture aziendali sia diventato sempre più ampio e articolato, con il risultato di rendere
sempre più complessa la governance degli asset IT e quindi sempre più difficile la gestione del software e la comprensione del reale costo delle applicazioni. Gli esempi non mancano, a cominciare dalla
virtualizzazione delle infrastrutture oppure dalla trasformazione dei perimetri organizzativi in seguito ad
acquisizioni e cambiamenti aziendali: si tratta di processi che attivano nuove applicazioni con il rischio di sovrapposizioni o ridondanze, e che spingono nel contempo i
meccanismi di licensing a diventare più complessi e articolati, basati su nuove metriche di consumo e di risultato. Ma non solo: vi sono anche gli impatti sui processi aziendali di fenomeni come la consumerizzazione o la digitalizzazione, che comportano la proliferazione di nuove applicazioni, soprattutto cloud, che aggirano la supervisione della funzione IT, determinando il ben note fenomeno dello “
Shadow IT”.
Alla luce di tutto questo, conoscere le prestazioni delle infrastrutture digitali, sia in termini di impiego interno sia di costi, non è un requisito indispensabile soltanto per la contabilità analitica, ma diventa un prerequisito per competere efficacemente su qualsiasi terreno. L’
indagine condotta da IDC ha anche rivelato che il
36 per cento delle aziende italiane sopra i 50 addetti posiziona al primo posto tra le criticità legate al controllo e al governo degli asset software la
gestione delle licenze in ambienti cloud ibridi, mentre
lo “Shadow IT” preoccupa quasi il 30 per cento delle imprese.
“Il viaggio verso la digitalizzazione è impensabile senza dotarsi di adeguati strumenti per il controllo dei propri asset”, commenta
Giancarlo Vercellino, Research and Consulting Manager di IDC Italia. “Occorre che le aziende italiane maturino un approccio sempre più ‘industriale’ nella gestione dei propri software, esattamente come farebbero con qualsiasi altro strumento di produzione. E dai dati che abbiamo raccolto in Italia, molte imprese, soprattutto quelle che stanno cercando di fare cose nuove, hanno una chiara consapevolezza della necessità del Software Asset Management per raggiungere i propri obiettivi”.
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