Una recente indagine di BSA svela che il dato è sceso al 43 per cento, anche in relazione alla preoccupazione dei CIO per le minacce informatiche
Lo certifica la
Global Software Survey 2018 condotta da BSA - The Software Alliance: i
n Italia, il 43 per cento dei software installati sui computer non possiede una licenza adeguata. Si tratta di un
calo di due punti percentuali rispetto al precedente studio, pubblicato nel 2016.
La diminuzione del software senza licenza è stata influenzata da alcuni trend che caratterizzano il panorama italiano, come la ripresa economica e la crescente attenzione dedicata dalle aziende al
Software Asset Management (SAM), anche se il nostro rimane tra i Paesi dell’Europa Occidentale con il più alto tasso di software privi di licenza, subito dopo Grecia, Cipro e Islanda.
L’indagine ha coinvolto circa
23.000 utenti, dipendenti e CIO in oltre 110 Paesi, allo scopo di quantificare la diffusione e il valore dei software privi di licenza. Tra le altre risultanze, è emerso che i CIO hanno indicato il furto di dati personali e aziendali come la principale preoccupazione relativamente alle infezioni malware che potrebbero essere causate dall’uso di software privi di licenza. Di conseguenza,
più della metà dei CIO intervistati ha dichiarato che le minacce di sicurezza sono la principale ragione per evitare software senza licenza (54 per cento), seguite, al secondo posto, dal
rischio di questioni legali (43 per cento).
“Sebbene la gestione delle licenze software possa non essere in cima alle priorità aziendali, una scarsa attenzione a questo aspetto del business potrebbe comportare serie conseguenze economiche, reputazionali e di sicurezza”, ha sottolineato
Paolo Valcher, Chairman di BSA Italia.
“È oggi particolarmente importante fare attenzione ad adottare i giusti processi di gestione del proprio asset tecnologico: conoscere la propria situazione permette di ottimizzare le soluzioni adottate, risparmiare sui costi, migliorare la sicurezza informatica e consente di pianificare le evoluzioni future. L’Italia stia andando nella giusta direzione riducendo di due punti percentuali il tasso dei software senza licenza, raggiungendo il 43 per cento, ma non bisogna allentare l’attenzione”.
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