L'infrastruttura di cablaggio è sempre più critica per i datacenter, chiamati a supportare applicazioni e servizi della Digital Transformation. Ne abbiamo parlato con Paolo Parabelli, Responsabile Commerciale Italia e Sales Team Europe di Rosenberger OSI
Trasformazione digitale, cloud, IoT sembrano sempre temi "elevati" e per molti versi lo sono, perché rappresentano le tecnologie abilitanti che le imprese usano e sempre più useranno per
far evolvere i loro modelli di business. Ma "sotto" ci sono sempre
componenti hardware e software a cui spesso non si pensa ma che invece devono supportare questa evoluzione generale,
evolvendo a loro volta.
Il
cablaggio fa parte di queste componenti poco trattate dai non addetti ai lavori, che lo immaginano come una sorta di "tubatura" passiva che deve solo trasportare le informazioni. Eppure il cablaggio di qualità e di nuova generazione è una parte sempre più
essenziale dei datacenter, in cui deve veicolare quantità crescenti di dati e deve farlo con una banda sempre maggiore. Il tutto possibilmente con attività di
configurazione e manutenzione ridotte al minimo.
"
Fenomeni come il cloud, l'IoT o il 5G stanno facendo evolvere il mondo dei datacenter - conferma
Paolo Parabelli, Responsabile Commerciale Italia e Sales Team Europe di Rosenberger OSI -
specialmente nel caso degli operatori TLC e dei Datacenter Provider. Un segnale di questo lo si vede anche nel numero crescente dei datacenter certificati al massimo grado Tier 4 dall'Uptime Institute: questi devono essere completamente ridondati e garantire oltre il 99% di operatività".
Garantire requisiti del genere non è banale e per questo nel mondo del cabling si evidenziano alcune
tendenze che mirano appunto a supportare tanto le prestazioni quanto l'elasticità operativa. "
Si parla sempre di più di soluzioni ad alta densità - spiega Parabelli -
capaci anche di essere estremamente scalabili e flessibili. Il modello plug-and-play con cavi in fibra o rame realizzati in fabbrica permette l'attivazione in tempi estremamente rapidi di nuovi servizi. L'utilizzo di fibre ottiche OM4 e monomodali sta diventando quasi uno standard per permettere maggiore banda e maggiori distanze di cablaggio".
Uscendo dall'ambito dei Datacenter Provider ed entrando in quello delle imprese più tradizionali, l'importanza dell'infrastruttura di cablaggio
sembra meno percepita. "
Purtroppo le aziende - conferma Parabelli -
tendono a sottovalutare l'importanza di una infrastruttura di rete solida e performante. Questo è dovuto esclusivamente ad un fattore culturale: di solito la sensibilità delle aziende è rivolta ad elementi come le applicazioni, i PC o i server, ma non al cabling".
Un approccio che sarebbe opportuno cambiare, perché un cablaggio non ben eseguito continua ad essere una delle
principali cause di problemi di rete. "
Si stima - spiega Parabelli -
che circa il 20-25% delle problematiche di rete sia imputabile al cablaggio. Può sembrare un dato eccessivo, ma tipicamente quello che accade è che un link, in fibra o rame, realizzato non a regola d'arte fa sì che i vari protocolli di rete ritrasmettano ripetutamente il segnale, aumentando quindi il traffico ed innescando processi di time-out".
Risparmiare, in questo senso,
non paga. Quindi meglio evitare, conclude Parabelli, "
l'esecuzione di lavori d'installazione di bassa qualità, tipicamente in campo invece che utilizzando soluzioni preconnettorizzate in fabbrica".
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