L'Osservatorio delle Competenze Digitali indica che in tutti i settori e in tutte le funzioni aziendali servono skill digitali che non sono facilmente reperibili
Il problema della mancanza di professionisti adeguatamente formati sulle nuove tecnologie e in generale delle competenze digitali
non riguarda più solo l'ICT. Secondo la quarta edizione dell’
Osservatorio delle Competenze Digitali, ormai le competenze digitali sono necessarie ovunque e anche nelle professioni tradizionali è necessario sviluppare "digital skill" adeguati se si vogliono ricoprire posizioni di un certo livello.
In quest'ottica ovviamente le competenze digitali non servono a creare nuove applicazioni o a gestire sistemi IT. Servono per capire
come servirsene con efficacia nel proprio lavoro quotidiano, indipendentemente da quale esso sia. E dato che è impossibile iniziare il proprio percorso lavorativo con tutte le competenze che poi serviranno, le aziende devono aiutare i dipendenti ad ottenerle
con la formazione continua, man mano che servono nuovi skill.
L'Osservatorio - realizzato analizzando 540 mila ricerche di personale eseguite online nel corso del 2017 - ha sottolineato che il "peso" delle competenze digitali nelle varie professioni, indicato come Digital Skill Rate (DSR), è
particolarmente elevato nell’Industria (DSR medio del 17% per le attività caratteristiche dell’azienda), nei
Servizi (13%) e nel
Commercio (12%).
In questo senso va sottolineato che
le competenze richieste si stanno facendo via via più evolute. Il DSR per quelle di base per l’uso quotidiano di strumenti informatici è prevalente solo nel Commercio, mentre negli ambiti Industria e Servizi già prevale la
necessità di skill avanzati: usare strumenti e software nei processi operativi e per lo scambio di informazioni e la comunicazione, sino alle
competenze quasi specialistiche su particolari soluzioni e piattaforme tecnologiche.
L'Osservatorio ha anche esaminato il modo in cui le aziende di vari settori cercano di portare al loro interno le competenze digitali di cui hanno bisogno. Ogni settore
sembra usare dinamiche sue proprie, che andrebbero invece rese più omogenee. Le aziende vanno dal reperire skill sopratutto attraverso contratti part-time e consulenze esterne all'usarle come elemento cruciale nella selezione del personale. Il
settore pubblico in particolare punta sulla
riconversione al digitale degli addetti già attivi, anche perché non è in grado di attrarre giovani talenti digital offrendo retribuzioni competitive col mercato.
Tutta questa sensibilità alla disponibilità e allo sviluppo di competenze digitali, però,
parte soprattutto dal basso. È ancora troppo elevata, secondo l'Osservatorio, la quota delle aziende in cui per ragioni anagrafiche e culturali
la leadership non è "digitale" o lo è molto meno dei dipendenti o di altre parti dell'azienda. La conseguenza negativa di questa situazione è che in tali aziende la transizione al digitale ha una priorità strategica più bassa
di quanto non dovrebbe.
Se le competenze digitali sono diventate una parte fondamentale in sempre più professioni, anche non strettamente innovative,
è necessario intervenire ad ampio raggio per favorirle. Secondo l’Osservatorio è soprattutto importante rinnovare, a tutti i livelli, i percorsi di formazione in ottica digitale e favorire la "digitalizzazione" dei ruoli dirigenziali, perché è il management che deve stimolare l’innovazione.
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