TIM e la rivale potrebbero combinare le rispettive reti in fibra per recuperare prima gli investimenti legati alla loro realizzazione
TIM potrebbe mettersi al tavolo con
Open Fiber per studiare una combinazione delle rispettive reti in fibra ottica realizzate per portare servizi di connettività Fiber-to-the-Home (FTTH). Lo
ha dichiarato il CEO di TIM,
Amos Genish, indicando che questa combinazione ha diversi vantaggi economici e di mercato per entrambe le società.
Il punto chiave, secondo Genish, è che sia TIM sia Open Fiber devono
recuperare prima possibile gli investimenti che le infrastrutture in fibra hanno richiesto, in un mercato come quello italiano dove la domanda di connessioni ultrabroadband
non è fisiologicamente elevata. La combinazione tra TIM e Open Fiber potrebbe stimolarla puntando su
tariffe vantaggiose per privati e aziende, possibili perché l'alleanza tra le due società opererebbe, nelle intenzioni, in un regime regolato e non di libero mercato.
L'idea di Genish infatti non è genericamente combinare la rete di TIM con quella di Open Fiber, bensì cederne solo una parte limitata. In questo modo
si creerebbe un'infrastruttura equilibrata - e non "dominata" dalla rete TIM - per l'erogazione di un
servizio di rilevanza sociale (l'accesso a larga banda) e in cui uno dei soci è controllato dallo Stato (Open Fiber).
In questo scenario è plausibile che la nuova entità sia
equiparata a società come Terna nel campo dell'energia elettrica, che operano di fatto in
regime di monopolio ma i cui introiti sono determinati a priori per ex evitare abusi di posizione dominante. I ricavi sono collegati ai costi di ammortamento
degli investimenti effettuati, quindi in queste condizioni TIM e Open Fiber potrebbero probabilmente recuperare i loro più velocemente di quanto non accadrebbe restando in concorrenza fra loro e con altre realtà.
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