Oltre 10 Petabyte di dati prodotti in un anno verranno ospitati in una infrastruttura cloud scalabile e performante
Il cloud pubblico di
OVH, in collaborazione con il partner
Serco, è stato
scelto dall’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, per ospitare i dati del progetto Copernicus volti a promuovere l’utilizzo delle immagini satellitari: si tratta di
oltre 10 Petabyte all’anno di informazioni non strutturate, come immagini geografiche e termiche, unite a una vasta gamma di file differenti.
Lanciato nel 2001 con il nome Global Monitoring for Environment and Security (GMES) dalla Commissione Europea e dall’ESA, il progetto
Copernicus è il programma di osservazione della Terra più ambizioso sviluppato finora, con la missione strategica di dotare l’Europa di una capacità di osservazione e monitoraggio autonomi de globo terrestre per promuovere lo sviluppo di servizi operativi per l’accesso ai dati spaziali.
Tutti i dati raccolti nel progetto provengono letteralmente dallo spazio, e aprono nuovi orizzonti di sviluppo per le aziende europee in quanto saranno presto disponibili a utenti e sviluppatori attraverso una piattaforma open data digitale, progettata da
Serco Italia, partner italiano di OVH. In Copernicus, il progetto specifico Data and Information Access Services (DIAS) è completamente dedicato a questa attività e prevede la creazione di un ecosistema che riunirà startup e società di software per la promozione di queste immagini. Più in dettaglio,
OVH fornirà l’infrastruttura cloud, mentre Serco, attraverso la sede italiana specializzata nella fornitura dei servizi, metterà a disposizione esperti in diverse aree di competenza.
Da un punto di vista tecnico, la sfida principale del progetto consiste nel fornire un’infrastruttura in grado di ospitare e gestire una grande quantità di dati, oltre che garantire la
scalabilità in vista dell’arrivo di nuovi satelliti ancora più performanti e l’integrazione delle informazioni di terze parti che ne aumentano la quantità. Al riguardo, OVH sottolinea che il
framework OpenStack su cui è basato il public cloud è diventato un punto di riferimento per lo sviluppo dei progetti su larga scala, ed è stato scelto fin dal 2012 per sviluppare l’offerta grazie anche al fatto che la soluzione non ha limiti di spazio e garantisce la continuità in virtù della tripla replica dei dati. Infine, la natura standard della soluzione offre agli utenti libertà a livello tecnologico, potendo controllare le proprie implementazioni tramite API.
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