L'offerta di OVH si riorganizza per conquistare nuovi grandi clienti, senza perdere appeal verso le realtà anche più piccole
Il ruolo che
OVH cerca di conquistare nei confronti dei clienti, specie europei, è quello di
cloud provider alternativo ai classici hyperscaler. Il provider francese ha ribadito questa posizione al suo OVH Summit di Parigi, arricchendola però di alcuni
elementi tecnologici e strategici che sono utili alla sua attuale fase di crescita. L'impressione è infatti che OVH sia arrivata al punto in cui è necessario
dare una decisa spinta al business collegato alle grandi imprese - quelle classiche da hyperscaler, appunto - pur senza rinnegare la sua storia collegata anche alle realtà più piccole.
Per questo OVH ha provveduto a una r
iorganizzazione della sua offerta in quattro "universi" che si rivolgono a segmenti di utenza differenti. Quello da cui ci si aspetta la crescita maggiore è
OVHenterprise, destinato ai grandi clienti. Si sviluppa anche sulla base della acquisizione di vCloud AIR e comprende molti componenti utili per le imprese che intendo passare dall'IT tradizionale al cloud, tra cui la connessione diretta alla rete OVH tramite una infrastruttura di PoP.
In campo enterprise sarà interessante vedere se e come OVH manterrà il suo
tradizionale approccio tramite partner, dato che molte grandi imprese preferiscono decisamente un rapporto diretto con il loro cloud provider. Alcuni servizi critici, come quelli di
sicurezza gestita, vanno decisamente in questa direzione.
All'altro estremo dello spettro dell'utenza è destinato l'universo
OVHmarket. Come lascia intendere il nome, l'idea complessiva è quella di realizzare una sorta di "mercato" in cui le imprese possano
scegliere gli strumenti e i servizi che servono alla loro digitalizzazione. In questo OVH intende rivestire prevalentemente il suo
tradizionale ruolo infrastrutturale, le soluzioni verranno invece da terze parti con prodotti mirati.
Gli altri due nuovi universi di OVH sono infrastrutturali.
OVHspirit raccoglie le componenti di base classiche di un ambiente IaaS (banda, server dedicati, server virtuali e via dicendo) erogate dai 28 datacenter di OVH. L'universo
OVHstack comprende invece elementi IaaS/PaaS di livello superiore, tra cui in particolare un ambiente Kubernetes gestito per le
architetture a microservizi, una soluzione di Big Data analytics basata su Hadoop e diverse componenti in campo database (MariaDB, MongoDB, MySQL, PostgreSQL, Redis, Spark).
OVH sta anche affrontando una fase di
trasformazione manageriale che appare essenziale per la sua crescita nel segmento delle grandi aziende. Il fondatore e chairman Octave Klaba ha
lasciato il posto di CEO a Michel Paulin, che grazie alla sue passate esperienze (è stato in particolare CEO di SFR) ha nettamente l'obiettivo di far crescere il business dell'azienda. Non è escluso che OVH vada anche verso una quotazione in Borsa, altro passo strategico per il quale Paulin è preparato, avendo gestito la quotazione di Neuf Cegetel, altra azienda di cui è stato alla guida.
La strategia che Paulin intende seguire è nota ed è stata condensata da OVH nella definizione di
Cloud Smart, dove Smart per il provider francese indica le caratteristiche chiave del cloud ideale: semplice, multi-local, accessibile, reversibile e trasparente.
Per le imprese europee lo slogan ha alcune ricadute potenzialmente importanti, tra cui in particolare la possibilità di avere un
maggiore controllo sulla gestione dei loro dati e sulla loro localizzazione. Come anche la possibilità di attivare, disattivare e soprattutto far migrare servizi cloud a piacimento, che OVH predica da tempo puntando sull'adozione degli standard e sulla partecipazione diretta alla community di OpenStack.
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