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InfoCert, la spinta verso l’internazionalizzazione

La società di Tinexta Group, nuova denominazione assunta proprio in questi giorni dal Gruppo Tecnoinvestimenti, è sempre più orientata a essere un campione europeo dei servizi di trust digitale, come spiega l’Ad Danilo Cattaneo

Tecnologie Trasformazione Digitale Mercato e Lavoro
Con Danilo Cattaneo, Amministratore delegato di InfoCert, ImpresaCity ha colto l’occasione di fare il punto sulle strategie della società, che fa parte Tinexta Group (nuova denominazione assunta proprio in questi giorni dal Gruppo Tecnoinvestimenti, quotato al segmento Star della Borsa di Milano) in particolare sulla sua strategia di internazionalizzazione, che ha preso forma con l’acquisizione a primavera della spagnola Camerfirma, che è presente anche in America Latina, e si sta consolidando ulteriormente con l’accordo siglato a settembre con la lussemburghese LuxTrust.

Consolidamento europeo
La nostra è una precisa strategia industriale che intende portare ancora più vantaggi ai clienti, con l’obiettivo di diventare un digital champion europeo, o digital trust service provider, come si chiamano ora le società IT che operano in questo campo”, esordisce Cattaneo. L’occasione è quella di trarre vantaggio dalla “fase di consolidamento che è iniziata a seguito del regolamento europeo Eidas entrato in vigore all’inizio di luglio 2016, che prescrive che le transazioni digitali che fanno a meno della carta, cioè per esempio una firma digitale o un documento conservato a norma legale, sono assolutamente interoperabili a livello dei 28 Paesi dell’Unione Europea”, prosegue Cattaneo, sottolineando che “questo costituisce una grande opportunità perché si può operare a livello europeo, anche se ovviamente espone al rischio perché altri possono entrare nel nostro mercato. Porsi come leader pan-europeo in questo campo può essere vantaggioso per acquisire ulteriori quote di mercato”. 
danilo cattaneo adDanilo Cattaneo, Amministratore Delegato di InfoCert
Ricerca e sviluppo in primo piano
In questo nuovo mercato, quello che conta è “la peculiarità dei servizi di digital trust, che non sono solo crittografia e computer security, ma anche ‘trust’, dove la parola indica che deve esserci una forte componente di fiducia: come InfoCert operiamo da più di 15 anni e, gestendo oltre 4 milioni di firme, ci presentiamo con credenziali di rilievo sia come storia sia come dimensioni, visto che siamo già al primo posto in Europa, mentre il secondo operatore è meno della metà di noi, sia in fatturato sia in clienti. Ma soprattutto ci presentiamo con il nostro punto di forza fondamentale, che è quello della Ricerca e Sviluppo”, spiega Cattaneo. Su questo aspetto, InfoCert può vantare una posizione di rilievo: “dal 2013 a oggi abbiamo richiesto e ottenuto 15 brevetti”, evidenzia Cattaneo, sottolineando che “si tratta di brevetti accomunati dalla caratteristica ben precisa di aggregare i nostri servizi compliant alla normativa realizzando processi che risolvono i problemi di business dei clienti”. Un esempio concreto a questo riguardo è quello del servizio di on-boarding per le banche, “che abbiamo cominciato a proporre nel 2014 sulla base di un nostro brevetto del 2013 e che oggi è usato da 50 banche in 12 Paesi in cui si sono aperti più di 1,5 milioni di conti correnti. Con il nostro servizio, in meno di 10 minuti si apre un conto corrente bancario, in modalità completamente online senza scambio di carta e con la massima sicurezza, visto che su 1,5 milioni di conti il numero di tentativi di frodi è dello 0,005%, una percentuale di gran lunga inferiore rispetto al classico conto corrente allo sportello”, fa notare Cattaneo.  

Ritorni concreti
Si tratta di applicazioni in grado di fare la differenza: una ricerca indipendente “effettuata su una importante utility italiana e su una grossa banca internazionale ha mostrato che l’investimento in una soluzione di InfoCert realizzata sulla base di due brevetti proprietari si è ripagata nell’arco di soli sei mesi, con un ritorno del 176 per cento”, racconta Cattaneo. E forse è anche per questo che i circa duemila clienti enterprise che InfoCert ha oggi in tutta Europa aumentano costantemente e soprattutto rimangono fedeli alla società nel corso degli anni. Quello che è interessante notare è che sette di questi brevetti non sono ancora stati commercializzati, mentre gli altri sono stati venduti in 12 Paesi, conferma Cattaneo, spiegando che “offrendoli a realtà già consolidate all’estero possiamo dare ad altri operatori l’occasione di trarre vantaggio dalla nostra Ricerca e Sviluppo, mentre noi possiamo contare su una base di clienti che sono già serviti localmente: con le nostre acquisizioni, oggi abbiamo dieci sedi all’estero e offriamo supporto in otto lingue, e questo costituisce un vantaggio anche per i clienti che sono già con noi da tempo e sono ben felici di sapere che possiamo servirli anche all’estero e riportare nelle nostre soluzioni i casi d’uso più di valore di tutti i Paesi in cui operiamo”.  

Strategia chiara
La strategia internazionale di InfoCert si va quindi delineando chiaramente: se oggi l’Italia “pesa” per il 90 per cento circa del fatturato totale della società, a tendere, nell’arco dei prossimi due-tre anni la quota italiana sarà del 75 per cento, andando nella direzione di “costruire una realtà unica che continuerà a investire traendo vantaggio dalle economie di scala per offrire prodotti standard a costi convenienti e soprattutto mettendo insieme le migliori esperienze sviluppate in ambito enterprise dal network di aziende estere creato intorno al gruppo InfoCert per proseguire nello sviluppo di prodotti che diano sempre più valore, sicurezza e fiducia nella transizione digitale”, conclude Danilo Cattaneo.
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