AWS ha sfruttato il Transformation Day italiano per spiegare che il cloud non è solo tecnologia ma una strada efficace verso l'innovazione. Senza paura di rischiare.
Che il cloud sia una nuova rivoluzione industriale rischia un po' di essere l'ennesima frase fatta, motivo per cui al suo Transformation Day italiano
AWS ha preferito porre l'accento non tanto sul contenuto tecnologico della "nuvola" ma su quanto essa permetta di
approcciare in modo diverso il business. Mettendo in primo piano un elemento che alle aziende di solito non piace - il
rischio - ma la cui valutazione sta cambiando proprio grazie alle potenzialità del cloud.
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Negli ultimi cinquant'anni la risorsa più importante è stato il capitale finanziario - spiega
Luca Giuratrabocchetta, Regional Manager Enterprise, Italy di AWS -
e le aziende facevano solo scommesse sicure proprio perché il rischio finanziario era troppo alto". Per lungo tempo, quindi, la volontà di assumersi dei rischi innovando il proprio business è stata poca o nulla. Ora questa visione è cambiata completamente: la capacità di innovare
è considerata un vantaggio competitivo e grazie al cloud il costo (tecnologico) di un eventuale fallimento è ridotto.
Il punto sottolineato da AWS è noto, almeno sul piano teorico. Il cloud consente di
attivare le risorse che servono a un nuovo progetto, velocemente e solo quando servono davvero. Questo permette alle aziende di lanciare rapidamente nuovi servizi per i clienti, ma anche di
farli cessare quando non ottengono i risultati voluti. Almeno dal punto di vista dell'immobilizzazione delle risorse IT, il rischio dell'innovazione è eliminato.
Non è però solo una questione tecnologica. Il valore del cloud secondo AWS si esprime appieno se l'azienda utente fa anche un salto concettuale rendendo "
democratica" la spinta all'innovazione. "
Qualunque dipendente - sottolinea Giuratrabocchetta -
può avere accesso a strumenti per sperimentare nuove idee, a bassissimo costo e bassissimo rischio. In questo modo l'innovazione si fa distribuita e non è più concentrata intorno ai classici poli, come il marketing".
Thomas Blood, Enterprise Evangelist di AWSQuesto non vuol dire che le imprese debbano, per usare un'altra espressione molto gettonata, tutte acquisire una mentalità da startup. "
Le aziende classiche - spiega
Thomas Blood, Enterprise Evangelist di AWS -
hanno i loro vantaggi: conoscono il mercato, hanno già una base clienti, possiedono asset operativi e finanziari, hanno in essere processi completi che devono semmai essere ottimizzati".
La sfida è sbloccare gli ingranaggi dell'innovazione che l'azienda magari ha ma che nel tempo si possono essere bloccati. "
È una sfida organizzativa con dentro una sfida tecnologica", spiega Blood, perché il cambiamento è sempre difficile da far digerire nelle grandi organizzazioni. E spesso non solo in quelle. Il consiglio? Partire in piccolo e
dimostrare concretamente il valore dell'innovazione, confermandolo costantemente "
Se porti innovazione - sottolinea Blood -
non puoi puntare su una grande vittoria che arriverà dopo mesi, allora è troppo tardi. Ci vogliono piccole vittorie frequenti per contenere la naturale opposizione al nuovo".
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