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Un altro giorno, un altro caso per Huawei: arrestata la CFO

Le autorità canadesi fermano Meng Wanzhou per estradarla negli Stati Uniti, nell'ambito delle indagini USA su una possibile violazione dell'embargo a Tehran

Tecnologie Mercato e Lavoro
In Huawei stanno probabilmente sperando che il 2018 finisca presto e che il 2019 sia davvero un anno nuovo: dopo i contrasti con gli USA e la (quasi) estromissione dalla rete di BT, arriva ora l'arresto a Vancouver della CFO Meng Wanzhou, che tra l'altro è anche figlia del fondatore di Huawei, Ren Zhengfei.

Meng Wanzhou, riporta il quotidiano canadese The Globe and Mail, è stata arrestata sabato scorso mentre era in transito nell'aeroporto di Vancouver. L'arresto è stato condotto su richiesta delle autorità statunitensi e nell'ambito di indagini che queste stanno portando avanti su una possibile violazione, da parte di Huawei, dell'embargo contro l'Iran. Queste violazioni sono state ovviamente smentite dall'azienda cinese.

L'arresto di Meng Wanzhou è un passo importante nella apparente escalation del confronto tra autorità statunitensi e Huawei. La CFO è una figura di primissimo piano dell'azienda, sia per il ruolo che ricopre sia per il legame diretto con il fondatore. È anche un segno che il Canada potrebbe diventare presto uno degli "alleati" degli USA nel confronto con Huawei, gruppo che per ora non comprende molte nazioni (almeno ufficialmente).

Nel frattempo, BT ha contestato le valutazioni del Financial Times secondo cui l'eliminazione dei prodotti Huawei dalle sue reti "core" rappresenti una reazione a un possibile problema di sicurezza. Secondo BT, la decisione risale a circa due anni fa ed è legata a un progressivo potenziamento della rete mobile 3G/4G. Gli stessi principi tecnici sarebbero stati ora adottati nella progettazione della nuova infrastruttura 5G.

"Huawei resta un importante fornitore di dispositivi al di fuori della core network, e un prezioso innovation partner", ha dichiarato BT. Anche Huawei stempera i toni, indicando che la decisione di BT "È una attività normale e preventivata, che comprendiamo e supportiamo pienamente".
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