GE Digital sarà un'azienda autonoma focalizzata sul mondo IIoT, per crescere meglio ma sempre sfruttando il collegamento con la casa madre. Le premesse però non sono le migliori.
Quello che alcuni osservatori
avevano solo preventivato si è alla fine avverato: GE ha deciso di far seguire alla divisione
GE Digital, focalizzata in campo IIoT (Industrial IoT), una strada autonoma dalla casa madre, annunciandone lo spinoff. In effetti le ipotesi di qualche tempo fa parlavano di una vera e propria cessione di GE Digital e dei suoi asset, quindi la decisione di GE
è più conservativa e, da un certo punto di vista, anche più positiva per le attività coinvolte.
Volendo vedere il
bicchiere mezzo pieno, infatti, è positivo che la nuova società nata dallo spinoff di GE Digital - che non ha ancora un suo nome e un suo marchio, ma li avrà - resti completamente di proprietà della casa madre. Questo le dovrebbe permettere di agire in maniera indipendente da GE, che si sta focalizzando sui suoi comparti storici (energia, aeronautica) e molto più tradizionali rispetto al mondo IoT, ma
mantenendo un contatto con tutti i suoi clienti e soprattutto con i loro impianti tutti (o quasi) da digitalizzare.
Non a caso, GE mette in particolare evidenza che la futura nuova GE Digital parte con in dote un
giro d'affari da 1,2 miliardi di dollari e una base clienti distribuita in tutto il mondo. Anche la dotazione di prodotti e piattaforme software è di tutto rispetto: innanzitutto
il cloud di Predix, poi diverse soluzioni di
automazione industriale e MES, infine le piattaforme smart grid e le soluzioni di GE Power Digital.
L'altro lato della medaglia è che l'operazione di spinoff
ha tutti i tratti di un "alleggerimento" di GE e non di una scelta strategica di potenziamento della parte IIoT. Questa netta impressione viene dal fatto che, contestualmente allo spinoff della parte IIoT, GE ha anche annunciato la
vendita del 90 percento di ServiceMax al fondo Silver Lake. Acquisita da GE solo un paio di anni fa, ServiceMax opera nel campo del software per il field service management ed è quindi un buon complemento a GE Digital, che
viene quindi indebolita dalla cessione nonostante le due aziende possano comunque collaborare.
Altri segnali che non giocano a favore della nuova GE Digital sono
l'abbandono del suo attuale CEO, Bill Ruh, e la precedente cessione di Current, il business di GE che propone(va) soluzioni per l'illuminazione smart di edifici commerciali, passato a inizio novembre alla società di equity American Industrial Partners. Anche se GE Digital a quanto pare
non si concentrerà sui comparti strettamente "civili" (GE cita più i settori energia, aviazione, minerario, chimico ed oil&gas), la parte di smart ligthing sarebbe stata una dotazione potenzialmente utile.
In sostanza, lo spinoff e chi lo guiderà
hanno davanti un cammino non semplice se non vogliono accontentarsi del bacino comunque ampio dei clienti già acquisiti da GE. Anche perché Predix non sembra, almeno secondo le rilevazioni degli analisti,
riuscire a tenere il passo di altre piattaforme IoT. I generalisti come AWS, Microsoft Azure e la Google Cloud Platform hanno l'appeal di essere molto più trasversali, mentre tra i fornitori più strettamente IIoT guidano aziende come IBM, PTC, SAP o C3.
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