Nel 2019 Siemens Italia compie centoventi anni e fa il bilancio di un'attività che ha portato allo sviluppo di competenze e soluzioni sbarcate poi su tutto il mercato globale
Centoventi anni e sentirli, in positivo, tutti: è il bilancio che
Siemens Italia può fare all’approssimarsi del 2019, anno che segna una scadenza significativa rispetto all’avvio delle attività nel nostro Paese (nel 1899) e che si collega bene al
piano Vision 2020+ che l’azienda si è data a livello globale. “
Una società tedesca che è in Italia per l'Italia”, tiene a sottolineare Il nuovo CEO di Siemens Italia
Claudio Picech, ricordando che tra le varie attività, i dipendenti diretti (circa 3.300) e l’indotto (stimato in circa 36 mila persone), la società muove qualcosa come
lo 0,2 percento del PIL italiano.
La cifra è significativa di per sé, ma per Siemens la connotazione particolarmente positiva della sua presenza in Italia è il ruolo significativo che il nostro Paese ha man mano conseguito per le sue attività globali. “
In Italia - sintetizza Picech -
non siamo un ufficio vendita di Siemens mondo, abbiamo sviluppato diversi centri di competenza riconosciuti anche grazie al fatto che i clienti italiani per natura non accettano lo standard, vogliono customizzazioni. Adattarsi a questo ci ha permesso di costruire know how, proprio insieme ai clienti”.
L'esempio migliore per descrivere il ruolo italiano riguarda la piattaforma software di Siemens per la
gestione delle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, che è stata sviluppata appunto in Italia e viene proposta poi in tutto il mondo. Ma non c’è solo questo: Siemens Italia fa valere anche le esperienze nello sviluppo della piattaforma software per la gestione e il
monitoraggio da remoto degli smart building, come anche la nascita del Centro Tecnologico Applicativo di Piacenza, che riproduce in piccolo una linea di produzione, per creare nuove soluzioni insieme ai clienti. Tra l’altro il centro rientrerà nella rete dei Digital Innovation Hub nazionali.
Gli skill sviluppati in Italia sono testati concretamente da casi di applicazione significativi - come la
collaborazione con Maserati per l'integrazione completa del ciclo di progettazione della Ghibli (“
un esempio internazionale perché ha ridotto il time to market del 30 percento per una macchina che praticamente non si vende in due esemplari uguali”, spiega Picech) - e rientrano bene nella visione di “service digitale” di Siemens. Una parte importante della strategia Vision 2020+
riguarda appunto la “servitizzazione” dei prodotti e apre ampio spazio ai servizi di gestione e diagnostica da remoto, che in Italia già riguardano gli edifici, i parchi eolici e la manutenzione ferroviaria.
Le competenze verticali sono considerate uno strumento molto utile per favorire lo sviluppo di soluzioni efficaci per la digitalizzazione. “
Siemens è un'azienda digitale ma non ha isolato la digitalizzazione”, spiega Picech, intendendo che Siemens
non ha deciso di creare una “divisione digitale” ad hoc che sviluppasse elementi di trasformazione digitale e poi li estendesse al resto dell’azienda. “
Abbiamo deciso di basare la digitalizzazione sui nostri know-how, facendola crescere nei nostri vari ambiti per quello in cui siamo bravi”, commenta il CEO. Ci sono elementi trasversali comuni, in primis
la piattaforma MindSphere, ma le varie direttrici della digitalizzazione in Siemens originano da know-how specifici, partendo dal presupposto che “
per essere bravi nella digitalizzazione bisogna essere bravi nel dominio su cui la si applica”.
Questo punto di vista “attraverserà” tutta Siemens con la
riorganizzazione prevista da Vision 2020+, basata su tre Operating Company (Gas and Power, Smart Infrastructure, Digital Industries) che raccolgono le attività di Siemens e tre Strategic Company autonome (Siemens Healthineers, Siemens Gamesa, Siemens Alstom) in cui la casa tedesca ha la maggioranza. “
Non siamo una holding - evidenzia Picech -
stiamo per inventare un nuovo modello di organizzazione”.
Un modello che serve a recepire da un lato come sta cambiando il mercato delle infrastrutture (senza dimenticare in questo senso che la parte industria di Siemens Italia è il quarto mercato al mondo per l’azienda tedesca) e dall’altro le
opportunità specifiche offerte dai comparti delle tre Strategic Company: salute, energia eolica e trasporto.
Organizzativamente Vision 2020+ sarà in atto da aprile e ci sono quindi da “riallineare” circa 380 mila persone. Potrebbe essere utile un’altra “eccellenza” nostrana: Siemens Italia fa da benchmark a livello globale
per il coworking e lo smart working, con circa 2.400 smart worker a tempo pieno. Un approccio che, spiega Picech, riesce a “catalizzare due caratteristiche del DNA italiano: flessibilità e auto-organizzazione”.
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