Meno della metà delle imprese saprebbe rilevare tutti gli attacchi ai device IoT, servono linee guida da parte delle istituzioni
Le soluzioni
Internet of Things sono sempre più pervasive e aprono la strada a
nuovi modelli di business, ma la loro gestione comporta questioni anche molto articolate in merito alla sicurezza. Queste vanno in qualche modo
affrontate per evitare di avere proprio nei dispositivi IoT un pericoloso punto di debolezza per la propria infrastruttura. Lo conferma
una indagine condotta da Gemalto a livello mondiale, secondo cui i maggiori investimenti delle imprese nella IoT security non stanno forse dando i risultati attesi.
Il lato positivo delle rilevazioni di Gemalto è che le aziende
stanno aumentando la spesa in sicurezza IoT: nel 2018 essa ha rappresentato l'11 percento del budget IoT complessivo rispetto al 13 percento del 2017. La quasi totalità (90 percento) del campione ha indicato che la sicurezza IoT è molto importante per i clienti e una quota sensibile (14 percento) che è anche una responsabilità etica. Ciononostante, secondo Gemalto meno nella metà (48 percento) delle aziende
sarebbe in grado di rilevare qualsiasi violazione dei dispositivi IoT sulla sua rete. Un ulteriore 39 percento indica che sarebbe capace di rilevare le violazioni a qualche device.
Un secondo punto debole messo in evidenza dalla ricerca Gemalto sta nella necessità di proteggere la grande mole di dati raccolti dai dispositivi IoT. Garantire la
privacy dei dati (38 percento di citazioni), il fatto che i dati raccolti siano davvero molti (34 percento) e avere dati immagazzinati in vari repository (30 percento) sono tra le primissime preoccupazioni legate alla protezione dei prodotti e dei servizi IoT.
Queste preoccupazioni sono probabilmente il motivo per cui
la cifratura dei dati è molto diffusa all'interno degli ambienti IoT. Il 59 percento del campione indica di cifrare tutti i dati catturati via IoT e il 66 percento di chi adotta una qualche forma di encryption indica di
attivarla immediatamente, non appena i dati vengono raccolti.
Lo scenario della sicurezza IoT resta piuttosto confuso e per questo le aziende stanno aspettando che a muoversi, per
fare chiarezza e dare linee guida, siano le istituzioni. Il 79 percento del campione indagato da Gemalto richiede linee guida solide e il 59 percento almeno chiarimenti su chi debba mettere in sicurezza le infrastrutture Internet of Things.
Dal punto di vista tecnologico una buona fetta (23 percento del campione) delle aziende
vede in blockchain una possibile soluzione ai limiti della sicurezza IoT. Anche per questo l'adozione
dei ledger distribuiti è raddoppiata - dal 9 al 19 percento del campione - negli ultimi 12 mesi.
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