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Ericsson: a supporto del 5G non c'è solo la fibra ottica

I test eseguiti con DT mostrano che anche una dorsale wireless può garantire la banda e la latenza richieste dalle applicazioni 5G

Tecnologie
Tutti i principali operatori, nel loro percorso di sviluppo delle reti 5G, hanno puntato abbastanza nettamente sulle dorsali in fibra ottica come supporto necessario alle reti cellulari di nuova generazione. L'opinione comune è che per gestire la grande mole di dati e connessioni associata ai servizi 5G, quando ci saranno, serva instradare il traffico mobile il prima possibile su reti fisse in fibra.

È anche per questo motivo che di recente lo sviluppo delle infrastrutture nazionali in fibra ottica ha registrato una decisa accelerazione. Ed è anche il motivo per cui esse sono diventate, ancora più di prima, un asset strategico molto importante.

Ericsson però ritiene che questa visione non sia l'unica possibile. L'idea della casa svedese è che le esigenze del 5G possano essere soddisfatte anche da collegamenti wireless a microonde, che vanno dalla stazione radiobase che "raccoglie" il traffico mobile sino ad altri punti di interfacciamento con la rete fissa dell'operatore.

Ericsson e Deutsche Telekom hanno dimostrato la fattibilità di un collegamento del genere, raggiungendo i 40 Gbps di banda in un ponte radio da 1,4 chilometri. È il primo collegamento wireless di backhaul che raggiunge una banda così elevata, spiega Ericsson, e va inoltre considerato come un passo intermedio verso l'obiettivo di raggiungere bande da 100 Gbps. Fatto altrettanto importante, il link di test ha offerto una latenza adeguata alle necessità del 5G: meno di 100 microsecondi tra andata e ritorno.

Alex Jinsung Choi, SVP Strategy & Technology Innovation di Deutsche Telekom, ha spiegato che la fibra ottica "è una parte importante del nostro portafoglio" ma "non è l'unica opzione per il backhaul". Dando così nuove speranze agli operatori mobili che non stanno investendo più di tanto nelle infrastrutture di rete fissa.
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