La quota della spesa ICT mondiale legata ai service provider è salita al 44 percento, mentre le aziende spendono sempre meno
A spendere in hardware e software ICT sono
sempre più i service provider e sempre meno le aziende. È una constatazione prevedibile ma gli analisti di IDC l'hanno quantificata con numeri ben precisi: il
44 percento della somma spesa a livello mondiale per acquistare prodotti infrastrutturali (server, storage, networking e il relativo software) è fatto dai service provider. Questa cifra
è destinata ad aumentare man mano che le aziende private adottano i servizi cloud al posto della realizzazione di infrastrutture proprie. La "forchetta" di crescita prevista da IDC da qui al 2022 è significativa: gli investimenti dei service provider cresceranno del
6 percento l'anno, mentre quelli delle imprese solo del 3 percento.
Certo
non tutti i service provider sono uguali, e anche IDC li distingue in varie categorie. Quelli sulla cresta dell'onda sono i cloud/digital service provider, che da qui al 2022 vedranno incrementare i loro investimenti del 9 percento l'anno sino a una somma complessiva, nel 2022, di 105 miliardi di dollari.
Non sono però il tipo di service provider che fa la maggioranza del mercato. Nel 2022 lo saranno ancora i classici fornitori di
servizi di telecomunicazioni, che muoveranno 254 miliardi di dollari. In coda i fornitori di servizi di colocation e i Managed Services Provider, che crescono bene (7 percento l'anno) ma che nel 2022 investiranno in ICT "solo" 67 miliardi di dollari.
Questa progressiva evoluzione nella distribuzione della spesa ICT ha
implicazioni importanti per i vendor tecnologici, sottolinea IDC. Innanzitutto concentra il potere di acquisto nelle mani di un numero relativamente ridotto di grandi realtà - in particolar modo gli hyperscaler alla Amazon AWS - che si muovono in
maniera ciclica, affrontando a intervalli regolari il rinnovamento del parco tecnologico. Ad esempio, il 2018 ha visto spese importanti da parte dei cloud provider, mentre il 2019 si preannuncia come un anno relativamente stabile in cui il mercato deve puntare sugli investimenti di service provider alternativi o di nuova generazione.
Il progressivo spostamento delle aziende utenti verso il cloud ha inoltre spinto
gli stessi vendor a trasformarsi, almeno in parte, in service provider. Ma definire e implementare nuovi modelli di business - dai prodotti ai servizi - non è né semplice né rapido, spiega IDC, quindi per molti vendor ci sarà una
importante fase di transizione in cui la perdita dei ricavi derivante dall'abbandono del business tradizionale non sarà bilanciata dai nuovi introiti della parte servizi.
I vendor devono infine
adattarsi a un mercato frammentato, con regioni in cui il peso dei service provider è in crescita ma non allo stesso modo. I cloud/digital service provider contano di più sul mercato statunitense, dove rappresentano già oggi il 43 percento della spesa ICT infrastrutturale. Questa quota scende al 25 percento in Cina e al 12 percento in
Europa Occidentale.
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