A Barcellona debutta il visore HoloLens 2, ma soprattutto una offerta sempre più estesa di strumenti software e servizi cloud per la realtà aumentata
È da tempo che si considera la
realtà aumentata come una delle applicazioni più interessanti consentite dalla banda larga "ubiqua" del
5G. I progetti in questo senso sono molti e riguardano prevalentemente il
campo professionale, anche quando collegato al
grande pubblico. Il limite mostrato da questi progetti è spesso stato tecnico: i visori di realtà aumentata non sono molti e, per ora, hanno sempre mostrato margini di miglioramento. Per questo
Microsoft ha portato al Mobile World Congress di Barcellona la
nuova versione del visore HoloLens, mostrando anche una visione più estesa delle applicazioni di realtà aumentata.
HoloLens 2 è prima di tutto una
evoluzione tecnologica del modello precedente, datato ormai a circa quattro anni fa. Oltre a dare al suo visore un processore ovviamente più potente, Microsoft ha lavorato per eliminare una lacuna spesso evidenziata della versione uno: un campo di visione limitato, anche se con una risoluzione olografica elevata.
In HoloLens 2 la risoluzione non varia e resta di 47 pixel per grado, mentre il campo di visione è stato "più che raddoppiato" per
migliorare l'immersività del dispositivo. Anche i sensori di posizione, di eye-tracking e di profondità sono stati migliorati, con la conseguenza (voluta) che -
spiega Julia White, Corporate Vice President, Microsoft Azure - "HoloLens 2 permette la manipolazione diretta degli ologrammi con le stesse interazioni istintive che useremmo con gli oggetti fisici nel mondo reale".
Il (ri)lancio di HoloLens diventa più significativo se si considera che Microsoft ha badato ad
affiancarlo con altri componenti tecnologici legati alla machine vision e all'utilizzo della realtà aumentata. Rispetto alla concorrenza HoloLens ha sempre avuto il vantaggio, specie dal punto di vista di chi deve sviluppare applicazioni, di essere inserito in uno
stack tecnologico esteso, dai tool di sviluppo ai servizi cloud sino allo stesso Windows 10.
Per HoloLens 2 questo vale a maggior ragione. Lo scorso ottobre Microsoft aveva presentato Dynamics 365 Remote Assist e Dynamics 365 Layout, due piattaforme che permettono di gestire in ambienti di realtà aumentata, rispettivamente, interventi tecnici in remoto e fasi di progettazione collaborativa. Ora ad affiancarle arriva
Dynamics 365 Guides, che come lascia intendere il nome è una piattaforma per l'auto-istruzione attraverso contenuti interattivi e tridimensionali.
Spazio anche ai servizi cloud, basato ovviamente su Azure. Il servizio
Azure Spatial Anchors serve a create applicazioni di realtà aumentata con
ologrammi geolocalizzati in maniera precisa, visualizzabili con il visore HoloLens ma anche, più semplicemente, con dispositivi iOS ed Android.
Azure Remote Rendering serve invece a creare in cloud modelli tridimensionali olografici di alta qualità. Di norma, invece, molte applicazioni di realtà aumentata e mixed reality devono "
semplificare" gli oggetti che gestiscono per non pesare troppo sulla capacità di elaborazione dei dispositivi che devono poi visualizzarli. Con Azure Remote Rendering i contenuti 3D
sono renderizzati in cloud e poi trasmessi in streaming ai dispositivi.
Microsoft ha lanciato anche un altro servizio, di tipo completamente diverso. Si chiama
HoloLens Customization Program ed è un programma per la
personalizzazione dei visori in funzione delle specifiche esigenze dell'azienda che poi li userà. La personalizzazione è legata alle applicazioni ma soprattutto alla parte "fisica" delle soluzioni mirate, in cui i visori HoloLens 2 devono essere integrati in maniera adeguata e funzionale con altri elementi indossabili, come ad esempio i caschetti di protezione.
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