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5G e mobility: in arrivo i primi servizi C-V2X

Per la 5G Automotive Association vedremo già quest'anno su strada i primi veicoli in grado di dialogare su rete cellulare per una guida più sicura. Con qualche limite.

Tecnologie Trasformazione Digitale
Al Mobile World Congress 2019 di Barcellona si è discusso ovviamente anche delle evoluzioni che la mobility avrà grazie alla diffusione della connettività 5G. In questo senso la 5G Automotive Association (5GAA) ha messo in forte evidenza i progressi fatti nello sviluppo di progetti Cellular Vehicle-to-Everything (C-V2X), spiegando che le sue prime applicazioni saranno lanciate già quest'anno.

L'annuncio è significativo. Chi critica C-V2X e sostiene altri approcci, in primo luogo l'alternativa WiFi ITS-G5, punta in particolare proprio sul fatto che C-V2X sarebbe ancora in una fase interlocutoria di sviluppo. Se invece vedremo già tra qualche mese le prime applicazioni commerciali della tecnologia proposta dalla 5GAA, il mercato con tutta probabilità si orienterà verso di essa.

Ci sono prevedibilmente alcuni punti critici nella posizione della 5GAA. Il 5G è decisamente un cantiere aperto e la diffusione delle reti 5G non sarà significativa prima del 2020 e, probabilmente, all'inizio solo nei grandi centri urbani. I servizi di cui parla la 5G Automotive Association saranno per questo basati su LTE-V2X, in cui le comunicazioni cellulari avvengono sulla odierna rete LTE di quarta generazione, magari potenziata grazie agli sviluppi in corso per l'avvento del 5G.

Inoltre le applicazioni commerciali che si vedranno nel 2019 non sono, a rigor di termini, completamente "vehicle to everything". Saranno basate su comunicazioni dirette tra veicoli oppure tra i veicoli e i pedoni o i ciclisti. Manca ancora la parte Vehicle-to-Network (V2N), banalmente perché i cosiddetti Intelligent Transport Systems (ITS) per la gestione "infrastrutturale" del traffico sono in fase di sviluppo e di implementazione, ma non abbastanza per lanci commerciali.

v2x nwc 2019
L'essenziale per C-V2X è comunque arrivare presto sul mercato e le aziende che lo sostengono stanno lavorando in questo senso. Al Mobile World Congress 2019, Telefónica, Ericsson e Seat hanno mostrato il loro progetto di connected car 5G in grado di rilevare condizioni di emergenza, o comunque pericolose, e condividere queste informazioni con altri veicoli.

Tra gli altri progetti, Continental e Vodafone stanno finalizzando uno "scudo digitale" per pedoni e ciclisti, che usa C-V2X su reti 5G, mentre Deutsche Telekom sta testando C-V2X con Skoda. Ford ha annunciato che dal 2022 integrerà sistemi C-V2X in tutte le sue vetture, lo stesso farà la cinese Geely ma a partire da un anno prima.

Proprio la Cina dovrebbe essere il grande banco di prova per C-V2X: secondo la 5GAA un gran numero di vetture dotate dell'elettronica necessaria a C-V2X sarà sulle strade cinesi già nel 2020. Nelle altre regioni del mondo a frenare questa diffusione non sono ragioni tecnologiche ma normative. Le comunicazioni tra veicoli si diffonderanno man mano che le leggi locali le permetteranno.

Dopo i test di massa del 2020-2021, il prossimo passo saranno le applicazioni C-V2X basate davvero sul 5G. O almeno sulla nuova parte radio introdotta dagli standard 5G New Radio. Servono però nuove specifiche tecniche che saranno finalizzate entro fine 2019, secondo la 5GAA. I test su strada non li vedremo prima del 2023.
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