L’attenzione dei pirati pare spostarsi sui dispositivi mobili, secondo uno studio di Juniper. Si spazia dalla piccola truffa allo spionaggio industriale.
Da marzo 2012 a marzo 2013 il numero di malware introdotti surrettiziamente sui terminali portatili è salito del 614%. Il numero impressionante emerge dallo studio annuale di Juniper sulle minacce mobili.
Il report evidenzia anche che Android è il sistema operativo di gran lunga più colpito, addirittura nel 92% degli attacchi rilevati. La ragione sta nella grande diffusione sul mercato, ma forse anche nella presenza di filtri di sicurezza non propriamente rigorosi, anche se poi tutti i sistemi operativi presentano le proprie vulnerabilità.
L’attacco più comune consiste nell’invio di messaggi commerciali che propongono falsi servizi, a costi molto bassi. Gli utenti non si rendono nemmeno conto dell’attacco, che pesa pochi centesimi sulla loro bolletta. I cybercriminali spesso non lasciano traccia, incassando il denaro raccolto in questo modo in pochi giorni e poi chiudendo il numero collegato al servizio proposto. Il primo passo è spesso legato all’aggiornamento di un programma o di un’applicazione e l’origine nasce soprattutto in Russia e Cina.
Juniper sottolinea però anche la presenza di attacchi più sofisticati, che puntano ai dati di aziende o enti governativi. In questo caso, i pirati possono utilizzare il dispositivo come motore di riconoscimento prima di andare più a fondo all’interno della rete aziendale. La diffusione del Byod sta accentuando questo fenomeno. Gli attacchi puntano a ottenere informazioni sensibili o a preparare intrusioni su scala più vasta.
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