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F5, gli strumenti per prosperare nell’application economy

Alla terza edizione dell’evento F5 Forum, attenzione puntata su come affrontare al meglio uno scenario “application centric” e dominato dal multicloud

Sicurezza Tecnologie Cloud
Terza edizione a Milano, a inizio marzo, per l’evento F5 Forum, la user conference di F5 Networks che quest’anno ha visto la presenza di più di 300 aziende, oltre a esperti e testimonial che hanno condiviso esperienze e casi di successo. L’attenzione si è incentrata in particolare su come affrontare al meglio lo scenario attuale, che vede prevalere le tecnologie multicloud e un’economia incentrata sulle app.  

L’application economy

È stato in particolare Hitesh Patel, Director, Product Management Application Services di F5 Networks a inquadrare il tema, spiegando che “il paradigma è cambiato: oggi le aziende creano sempre più valore con le app, che sono diventate il vero capitale delle imprese, a differenza del passato, in cui contava all’inizio il capitale fisico, cioè fabbriche e macchinari per produrre, per poi passare alla prevalenza del capitale umano, con nuove idee e nuovi servizi ad aggiungere valore. Adesso si parla di ‘application capital’, come nel caso di Facebook, che praticamente non spende nulla in infrastrutture fisiche, ma si basa sulle app, oppure Starbucks e Nike”. In questo nuovo scenario definito “application economy”, quello che conta sempre di più per le aziende è “la capacità gestire, ottimizzare e rendere sempre più sicure le applicazioni, a livello di intero portafoglio”, ha aggiunto Patel, sottolineando che “non bisogna pensare a proteggere solo le applicazioni critiche, perché vanno protette anche quelle che non sono mission critical, e che possono comunque offrire superficie di attacco, come è purtroppo già successo in molti casi”. 
f5 hitesh patelHitesh Patel di F5 Networks

Tutto è multi-cloud

Oltre al tema della sicurezza, in un mondo che è sempre più “application centric”, è fondamentale anche il supporto del cloud, anzi del multi-cloud, che costituisce quasi per definizione l’infrastruttura delle app, che non risiedono più solo nei data center, ma sono ormai in tutti i cloud. “Avvicinarsi al multi-cloud è ormai un percorso che coinvolge tutte le aziende”, ha sottolineato Maurizio Desiderio, Country Manager Italy & Malta di F5 Networks, spiegando però che “è necessario avere una strategia che possa ridurre il rischio in maniera significativa. Perché se il cloud assolve alla sua funzione di semplificare la vita degli utenti, soprattutto di coloro che devono gestire le applicazioni, se non si ha uno strumento che sia in grado di creare una gestione omogenea il cloud può diventare un freno. Perché la responsabilità del servizio fornito con l’applicazione non è del cloud provider, ma di chi eroga l’applicazione”.  

Prospettive interessanti

L’evoluzione è ormai netta: “sempre più app nate in azienda vengono spostate dal data center verso il cloud pubblico, e si affiancano alle applicazioni cloud native, cioè che nascono direttamente nel cloud e non nel data center, e quelle che vengono erogate in modalità as-a-Service in ambiente multicloud”, ha proseguito Desiderio. Per le applicazioni cloud native il potenziale di mercato è davvero impressionante: “IDC parla di un miliardo e mezzo di applicazioni da qui al 2022”, fa notare ancora Desiderio, spiegando che questo nuovo scenario “non ha impatto solo sull’IT ma anche su aziende, persone e procedure. Un esempio è il fenomeno DevOps, che permette di sviluppare nuove applicazioni e rilasciare nuovi servizi non più in termini di mesi ma addirittura su base quotidiana”.

Infrastruttura per le app

È da queste nuove esigenze che discende "la necessità di poter disporre un’infrastruttura che gestisca qualsiasi app a prescindere da dove è ubicata, e che la gestisca sia in termini funzionali sia in termini di sicurezza: F5 è l’unica azienda che può accompagnare i clienti in questo percorso, anche in termini di valorizzazione degli investimenti e di capitale umano”, evidenzia Desiderio, spiegando che “il nuovo capitale delle applicazioni, proprio come avviene con i dipendenti, cioè il capitale umano, ha bisogno di servizi di base che permettano di prosperare all’interno di un'organizzazione: servizi come la gestione del traffico, la protezione dai bot e la gestione degli accessi. Per questo oggi più che mai è importante per le aziende scegliere strumenti di sviluppo e gestione delle applicazioni e dei processi capaci di bilanciare l’efficacia dei controlli con la libertà di innovare". In sostanza, non sono solo le modalità di erogazione dei servizi a essere cambiate, ma anche le tecniche di sviluppo sono in forte evoluzione. La vera trasformazione digitale, infatti, può avvenire solo se le aziende dedicano maggiore attenzione alla modernizzazione del portfolio applicativo e delle infrastrutture associate.

L’ora degli application services

In questo contesto, i servizi applicativi, emersi dalla disaggregazione di funzionalità precedentemente integrate in dispositivi come gli Application Delivery Controller, gli ADC, sono oggi definiti dal software, accoppiati liberamente e facilmente fruibili. Questo rende possibile associare singoli servizi alle applicazioni in base alle loro esigenze specifiche, oltre a ottenere una qualità e una sicurezza coerenti all’interno di tutto il proprio portafoglio applicativo. “Disporre di una qualità del servizio coerente significa aggiungere un ulteriore livello di sicurezza, disponibilità e affidabilità che viene applicato indipendentemente dal fatto che le applicazioni abbiano tali funzionalità integrate”, aggiunge Desiderio. “Un aspetto fondamentale in un momento in cui gran parte dell'esperienza dell’utente è di natura digitale, fornita tramite cloud e creata sempre più da team di sviluppatori esterni al reparto IT”.
maurizio desiderio, cm f5 networksMaurizio Desiderio di F5 Networks

Una strategia application-first

In un report sullo Stato degli Application Services, reso recentemente noto da F5, circa nove aziende su dieci intervistate a livello globale dispongono già di architetture multi-cloud, in gran parte guidate da una strategia application-first. Si tratta di un dato positivo che però nasconde una sfida impegnativa: applicare la sicurezza in modo coerente e garantire prestazioni affidabili. Quasi la metà delle aziende intervistate (48%) che hanno intrapreso iniziative di trasformazione digitale, hanno infatti dichiarato di aver incontrato queste difficoltà quando le applicazioni sono state distribuite su più piattaforme cloud. È anche per questo che F5 ha trasformando la propria offerta per aiutare le aziende a far fronte alle questioni legate al multi-cloud: “alla fine degli anni 90, abbiamo aperto la strada al bilanciamento del carico, ma a metà degli anni 2000 abbiamo spinto verso gli Application Delivery Controller", ha concluso Desiderio, spiegando che “oggi abbandoniamo definitivamente la strada che ci vede come un’azienda di ADC diventando a tutti gli effetti un vendor nei servizi applicativi multi-cloud”.
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