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Vodafone Business, 240 milioni sul piatto della sfida per la digitalizzazione

Oltre la connettività, che sia fissa, 4G o 5G, ci sono anche le soluzioni e le competenze, da soli o con un ecosistema di partner: la scommessa sulle imprese e sulla PA è a tutto campo

Tecnologie Trasformazione Digitale Cloud
C’è il 5G, ormai quasi in dirittura d’arrivo, accanto alla rete fissa e mobile attuale. Ma non solo. Perché “la nostra rete non è l’unico abilitatore”, ha sottolineato Giorgio Migliarina, Direttore di Vodafone Business, nel presentare a Milano a metà aprile “Vodafone Business”, piano ambizioso da 240 miliardi di euro nell’arco di cinque anni per posizionare la società di estrazione britannica nei servizi e nelle soluzioni per le aziende, piccole, medie e grandi, e per la Pubblica Amministrazione. E quindi, accanto alla rete fissa, che è la seconda in Italia, e a quella mobile, che in attesa del 5G oggi è quella 4.5 G, chiamata in Vodafone Giga Network, e che vede anche la presenza della tecnologia Narrowband IoT, “pensata specificamente per i sensori IoT: siamo stati i primi a lanciarla in Italia e oggi è molto pervasiva”, sottolinea Migliarina, vi sono molte altre cose, come gli analytics, il cloud, i servizi gestiti, e soprattutto l’IoT e la Sicurezza. È con questi asset tecnologici e con un ecosistema di partner che Vodafone Business si propone sul mercato come integratore di soluzioni per la trasformazione digitale.  

Obiettivi ambiziosi

Ecco quindi che il piano da 240 milioni di euro incrementali in 5 anni assume concretezza, prevedendo investimenti per creare servizi e competenze che integrano le nuove tecnologie di connettività e convergenza, dal 5G alle soluzioni di Software Defined Networking, con applicazioni e servizi che risolvono problemi di business attraverso l’adozione del digitale in tutti gli elementi della catena del valore: dai processi industriali alla supply chain, dal controllo e ridisegno dei processi, fino allo sviluppo e all’erogazione dei prodotti e servizi ai clienti. Più in dettaglio, sia le nuove applicazioni sia i nuovi servizi saranno realizzati attraverso lo sviluppo diretto di piattaforme da parte di Vodafone e con la creazione di un ecosistema di partnership nazionali e internazionali.
vodafone 1Giorgio Migliarina, Direttore di Vodafone Business

Accordo negli analytics

Una prima partnership è quella con Cerved, che arricchisce la soluzione Vodafone Analytics con score territoriali che qualificano le persone che visitano o provengono da una determinata zona in base al loro potenziale di spesa e alle loro caratteristiche socio-demografiche. Vodafone Analytics consente di analizzare le informazioni generate dalla Rete 4G e 4.5G di Vodafone, da cui è possibile ricavare analisi e insight su presenze, mobilità e flussi della popolazione, con l’obiettivo di restituire valore al territorio e migliorare servizi, business e stili di vita. Al riguardo, Giorgio Migliarina, approdato in Vodafone dopo importanti trascorsi anche all’estero in McKinsey e Accenture, ha tenuto a sottolineare che “useremo inferenze provenienti dai dati Cerved aggregati e anonimizzati”, ai fini della massima compliance con le normative in tema di privacy dei dati.

Se la moda dà i numeri

Un valido esempio delle possibilità offerte dagli analytics Vodafone sui dati Cerved è quello fornito al Comune di Milano in relazione alla settima della moda donna di febbraio scorso. Per studiare l’impatto della Fashion Week sul profilo socio-demografico dei turisti italiani, sono infatti stati utilizzati dati di Cerved che descrivono il territorio in base alle proprie caratteristiche e a quelle dei cittadini da cui provengono. Se ne è ricavata un’analisi statistica relativa a presenza, mobilità e flussi di persone in occasione dell’ultima Milano Fashion Week Donna (19-25 febbraio 2019), che ha consentito di analizzarne l’impatto sul turismo della città di Milano. L’analisi dei dati Vodafone ha rivelato che durante la Fashion Week vi sono stati 213.800 visitatori in più rispetto a una normale settimana dell’anno con il 39% di stranieri (+22%) e il 61% di italiani (+6%).

Non solo: da un’analisi delle provenienze risulta che la maggior parte dei visitatori italiani (nella misura del 60%) viene da alcune delle province limitrofe di Milano (Milano, Monza e Brianza, Varese, Pavia, Bergamo). La distribuzione dei turisti stranieri rivela invece che la principale nazionalità presente è la Francia (12.8%), seguita dalla Cina (9.5%), Svizzera (9.3%), Regno Unito (9.1%) e Spagna (5.2%). Da notare infine che l’interesse suscitato dall’evento ha portato un maggiore afflusso di visitatori giornalieri (+ 5%) e di pernottamenti (+ 12%).
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