La Casa Bianca dichiara una emergenza nazionale sulla sicurezza IT e vieta l'uso di prodotti giudicati pericolosi, mentre il DoC blocca l'esportazione di tecnologie USA
C'è voluta una
mossa "a tenaglia" della Casa Bianca e del Department of Commerce americano per mettere ulteriormente in crisi il business di
Huawei negli Stati Uniti. E potenzialmente anche a livello globale. La mossa era stata ampiamente preventivata e non rappresenta in sé una sorpresa né per gli osservatori né probabilmente per Huawei. L'elemento nuovo è una una escalation del confronto tra USA, perché il presidente Donald Trump ha dichiarato
una vera e propria emergenza nazionale per limitare la vendita di tecnologie alle aziende di determinate nazioni.
Il
documento della Casa Bianca (tecnicamente
Executive Order on Securing the Information and Communications Technology and Services Supply Chain) spiega, in sintesi, che i cosiddetti "
foreign adversary" (governi, entità non governative e persone che da tempo conducono azioni contrarie ala sicurezza degli USA e degli americani) stanno sfruttando, ma anche creando ad hoc, vulnerabilità nei sistemi e nei servizi ICT per svolgere
varie azioni ostili, tra cui in particolare lo
spionaggio industriale.
Uno dei motivi per cui queste azioni ostili si verificano con facilità e frequenza
sempre maggiori è che le aziende americane, come anche i singoli utenti, acquistano liberamente prodotti ICT che sono "
progettati, sviluppati, realizzati o forniti" da entità
controllate più o meno direttamente da foreign adversary. Qui sta l'emergenza nazionale, secondo Trump: la libertà di mercato non deve mettere a rischio "la sicurezza, l'integrità e l'affidabilità" dei servizi e dei prodotti ICT usati negli Stati Uniti.
Semplificando, il concetto di fondo espresso dall'Amministrazione USA è che i prodotti sviluppati in determinate nazioni - soprattutto la Cina, ovviamente - possono contenere
vulnerabilità e backdoor sviluppate ad arte. Queste permettono ad hacker ostili (evidentemente organizzati e state-sponsored) di spiare le aziende USA e, potenzialmente, di andare anche oltre mettendo a rischio reti e servizi critici.
La risposta a questa emergenza nazionale è netta: aziende e persone americane, o comunque soggette alla giurisdizione americana,
non potranno acquistare, importare, trattare, trasferire, installare e utilizzare prodotti e servizi ICT che derivino in qualche modo da aziende e persone controllate dai foreign adversary. C'è, a dire il vero, una
seconda clausola secondo cui tutte queste operazioni non sono vietate in assoluto, ma solo quando comportano rischi per le infrastrutture critiche o la digital economy - o comunque un "
rischio inaccettabile per la sicurezza nazionale" - degli USA. Ma è una clausola decisamente ampia.
Il Department of Commerce statunitense si è mosso in maniera
complementare alla Casa Bianca. Il documento di Trump impedisce l'acquisto e l'uso di prodotti stranieri "a rischio" da parte degli americani. Per agire in senso inverso - ossia per bloccare l'acquisto di tecnologie americane da parte di aziende straniere - il Bureau of Industry and Security del Department of Commerce
ha ampliato la sua cosiddetta Entity List per comprendere alcune aziende cinesi tra cui, prevedibilmente, Huawei.
L'inaugurazione della nuova sede Huawei di MilanoLa Entity List è un elenco di aziende e persone che non possono acquistare ed esportare tecnologia americana se non con una speciale autorizzazione. Nasce per garantire che "
tecnologie sensibili non cadano nelle mani di chi minaccerebbe la sicurezza nazionale americana", ad esempio usandole per realizzare armi che poi sarebbero usate contro le forze armate statunitensi. Il responsabile del Department of Commerce,
Wilbur Ross, in questo caso
è stato molto chiaro: "
Non possiamo permettere che la strategia di integrazione civile-militare della Cina mini la sicurezza nazionale americana", indicando in sostanza che le aziende cinesi acquistano tecnologia americana per creare quei prodotti che sono alla base dell'emergenza nazionale dichiarata dall'Amministrazione Trump.
Un doppio colpo
Huawei è al centro di questo
doppio blocco alla commercializzazione dei prodotti tecnologici. Innanzitutto, per tutto quello che è stato raccontato ed affermato
in questi mesi, la decisione della Casa Bianca è un segnale chiaro alle aziende USA: non usate prodotti Huawei. Le cose ovviamente
non sono così esplicite, ma la nuova norma parla di aziende controllate da potenze straniere ostili e più volte Huawei è stata accusata proprio di dover seguire le istruzioni del Governo di Pechino. Non farla rientrare nell'emergenza nazionale sarebbe davvero strano.
L'inclusione nella Entity List impedisce poi a Huawei di acquistare tecnologie e componenti da fornitori USA. E
lo sono alcuni suoi partner importanti, come ad esempio Qualcomm e Broadcom. Huawei progetta e produce già in proprio alcuni chip per i prodotti di networking e telecomunicazioni, quindi potrebbe almeno in parte assorbire il colpo. Ma ci vuole tempo per sostituire i propri fornitori chiave, mentre la Entity List è "attiva" sin da subito. È quello che abbiamo già visto
accadere a ZTE, e non si può dire che questa non abbia accusato il colpo.
La situazione si presenta peraltro molto complessa e non riguarda solo Huawei, rischia piuttosto di
creare diverse vittime collaterali perché l'azienda cinese è una realtà
di primo piano sia come fornitore sia come cliente. I grandi operatori e service provider USA possono forse scartare i prodotti Huawei e puntare sul Made in USA - le scelte alternative, se servono, non mancano - ma ci sono anche operatori americani più piccoli che
hanno puntato sul low cost cinese per sviluppare la propria rete. E i cui budget non è detto siano in linea con altre proposte. Inoltre, anche i fornitori americani di Huawei non gradiranno perdere un cliente che fa enormi volumi.
Fuori dagli USA la questione è forse più semplice. Il
richiamo statunitense alla pericolosità presunta dei prodotti Huawei
ha trovato pochi disposti a recepirlo. Non è un caso che per Huawei l'Europa sia un po'
un secondo mercato domestico: sono griffate anche Huawei le reti di molti grandi operatori, anche in Italia, e le tecnologie della casa cinese si stanno diffondendo anche in campo più strettamente IT.
Huawei peraltro non sembra avere intenzione di recedere dalle sue posizioni anche negli USA. L'unica
dichiarazione ufficiale al momento recita infatti che "
Huawei è leader globale nello sviluppo e implementazione della tecnologia 5G. Siamo disponibili e pronti a collaborare con il governo degli Stati Uniti per identificare misure efficaci al fine di garantire la sicurezza dei prodotti. Limitare la possibilità per Huawei di operare negli Stati Uniti non renderà il Paese più sicuro né più forte. Al contrario, questa decisione costringerà gli Stati Uniti a usare prodotti di qualità inferiore e più costosi, relegando il Paese in una posizione di svantaggio nell'adozione delle reti di ultima generazione e, in ultima analisi, danneggerà gli interessi delle aziende e dei consumatori statunitensi. Inoltre restrizioni ingiustificate violeranno i diritti di Huawei e solleveranno ulteriori questioni legali".