TIM e Open Fiber studiano come integrare le rispettive reti in fibra ottica e velocizzarne lo sviluppo, ma nulla è ancora definito
Pare avvicinarsi la definizione della stretta partnership tra
TIM e
Open Fiber che l'ex CEO della prima, Amos Genish, aveva già ipotizzato
un anno fa. Alcune indiscrezioni di questi giorni hanno indicato che erano in corso colloqui tra TIM da un lato ed Enel con Cassa Depositi e Prestiti, che controllano Open Fiber, dall'altro. Ora TIM
conferma ufficialmente questi colloqui, che hanno come obiettivo lo studio delle
possibili integrazioni tra le infrastrutture broadband delle controparti.
In una nota, TIM ha infatti dichiarato che "
In relazione al susseguirsi di indiscrezioni sugli organi di stampa, TIM informa di aver sottoscritto con Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Enel un Accordo di Confidenzialità volto ad avviare un confronto finalizzato a valutare possibili forme di integrazione delle reti in fibra ottica di TIM e Open Fiber, anche attraverso operazioni societarie. L’obiettivo del confronto è di verificare la fattibilità dell’operazione, le relative modalità ed il perimetro di attività oggetto di un possibile accordo, in funzione della volontà delle parti e del quadro normativo e regolatorio di riferimento".
Non ne sapremo molto di più, almeno al momento, proprio per l'accordo di confidenzialità stipulato. Le analisi e le trattative andranno avanti
senza particolari comunicazioni.
Non è l'unico fronte su cui TIM lavora per
recuperare il prima possibile gli investimenti che le infrastrutture di rete comportano. Il confronto con Open Fiber, che intanto continua a lavorare per lo sviluppo della sua rete in fibra, riguarda la rete fissa. Sono poi ancora in atto le
discussioni con Vodafone per lo sfruttamento comune delle rispettive infrastrutture per le
reti 5G.La cosiddetta "coopetition" in campo infrastrutturale è d'altronde un tema di particolare interesse per tutti gli operatori. In questi anni la concorrenza sui servizi di rete fissa e mobile è stata spesso fatta
a colpi di prezzi al ribasso, un fenomeno che specie nei servizi mobili
ha portato ai minimi storici i margini degli operatori. Ai quali però ora viene chiesto di investire per favorire lo sviluppo del 5G, a fronte di ritorni che sono ancora
tutti da valutare, e della banda ultralarga su rete fissa.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
ImpresaCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.