Numerosi casi d’uso in ambito finance, telco, utilities e retail per la nuova piattaforma conforme alla normativa eIdas e già disponibile in versione Beta
Si chiama
Dizme la
piattaforma per l’identità digitale ideata e realizzata da
InfoCert con l’obiettivo di integrare il mondo
Self Sovereign Identity (SSI), basato su tecnologia blockchain, con la compliance normativa eIdas, sommandone i rispettivi benefici, dando luogo a una identità digitale distribuita ma a piena validità legale. Dizme è il Domain Specific Network basato sul framework Sovrin, la fondazione non profit con sede negli Stati Uniti nata per la diffusione della visione self-sovereign di cui InfoCert è Founding Steward.
Concepita da InfoCert e implementata tecnologicamente da
eTuitus, spinoff dell’Università di Salerno partecipata da InfoCert stessa, Dizme rende possibile l’interoperabilità tra il mondo SSI e quello dei servizi di TRUST definiti dalla normativa eIdas, grazie al doppio ruolo di InfoCert che agisce non solo come Founding Steward di Sovrin Network (nonché Governance Authority di DIZME) ma anche come Qualified Trust Service Provider (QTSP) secondo il regolamento eIdas.
“Dizme è frutto dell’impegno di InfoCert nello sviluppo delle migliori soluzioni trust per un'economia digitale che supera i confini tradizionali. E ne siamo orgogliosi anche perché Dizme riconosce e tutela il diritto degli utenti a gestire, controllare e governare in autonomia la propria identità”, sottolinea in una nota
Daniele Citterio, Chief Technology Officer di InfoCert (Tinexta Group) “Si conferma così il nostro ruolo di facilitatori della digital transformation a livello globale, fondato sulla partecipazione a rilevanti progetti internazionali di Ricerca e Sviluppo, sulla presenza in diversi mercati esteri e sulle partnership con importanti player stranieri”.
Con Dizme, prosegue la nota, InfoCert anticipa il mercato avviando una fase di ulteriore innovazione rispetto al semplice enrollment remoto dell’identità digitale. La piattaforma è
attualmente disponibile in versione Beta, ed è già iniziata la fase di costituzione dell’ecosistema di partner negli ambiti finanziario, industriale e accademico, con il lancio dei primi progetti pilota.
Tra i possibili casi d’uso evidenziati nella nota,
banche e istituti finanziari possono “condividere” le credenziali KYC (Know Your Customer), acquisite per la normativa antiriciclaggio (AML), e riutilizzarle, evitando la ripetizione di procedure onerose, facilitando l’acquisizione di nuovi clienti, agevolando la sottoscrizione di servizi e molto altro. Uno scenario replicabile in settori con esigenze analoghe, quali
telco, utilities e insurance.
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